Meda – Francamente mi aspettavo di più. A Meda Giorgio Taveggia, sindaco uscente della Lega (che si ripresenta con la civica Progetto Meda) è sulla scena politico-amministrativa dal 1992: ha governato per dieci anni ininterrotti, poi ha perso il confronto con il Pdl (allora ancora Forza Italia alleata con An, comunque fortissimi) nel 2002 ma si è preso la rivincita nel 2007. Di fatto tenta il quarto mandato.
Logico attendersi che gli altri cinque candidati in lizza proponessero con particolare vigore la necessità di un cambiamento e di conseguenza mettessero in luce le magagne delle sue amministrazioni. Non è stato di fatto così, nemmeno sul caso della Medaservizi che ha dilapidato non pochi quattrini, è stata ed è al centro di contenziosi giudiziari e non infiniti e non ha prodotto di fatto alcunché.
Taveggia ha in realtà tenuto botta a qualsiasi problema e si è dimostrato nagivato quanto abile nel rovesciare più di una questione, dal Pgt alla Pedemontana. Il candidato del centrosinistra (Pd, Idv e Sinistra e Ambiente) Gianni Caimi è sempre partito lancia in resta sui diversi argomenti, quasi promettendo fuoco e fiamme, ma poi non ha mai affondato il colpo, salvo polemizzare con Vermondo Busnelli (civica Meda per tutti) che a sua volta è stato a tratti ficcante ma spesso troppo concentrato sul metodo più che sul merito delle questioni.
Conosce sicuramente i problemi Vilma Galimberti, presidente uscente del consiglio comunale, candidata di Con Buraschi per Meda ma a sua volta è apparsa timorosa di spingere a fondo sul piano non della polemica quanto delle obiezioni e contestazioni all’operato dell’amministrazione. Preciso e concentrato sul suo programma Flavio Agostoni, candidato di Civiltà Italiana ma a tratti quasi avulso dal dibattito. Infine Bruno Molteni candidato del Pdl (con le liste Meda da vivere, Rinnovamento, La Destra) ha evidenziato una voglia di cambiamento ma allo stesso tempo di apertura al dialogo a tutto campo con il resto del mondo politico medese e in questo perdendo un po’ di efficacia nelle sue proposte.
Insomma un faccia a faccia poco serrato come invece ci si poteva attendere anche per i problemi sul tappeto in una città che vorrebbe scrollarsi di dosso una patina di immobilismo. E in effetti la massiccia presenza del pubblico, sicuramente molto attento e partecipe, lo faceva intendere. Ma evidentemente i rapporti di conoscenza e di amicizia tra alcuni dei candidati hanno prevalso sulla volontà di marcare in modo più evidente le differenze e le stesse prese di distanza.
La sfida a Taveggia dunque sarà ancora una volta ardua e sicuramente le manovre sotterranee in caso di ballottaggio avranno il loro peso. Giovedì è la volta di Monza che con undici candidati sindaco e la diretta su monzabrianzatv dal teatro Manzoni è sicuramente il faccia a faccia più impegnativo e importante del tour. Speriamo bene.
Luigi Losa