Concorso per presidi bloccato«Quel posto è un nostro diritto»

”La scuola non può aspettare”. Questo l'appello lanciato dai docenti che hanno superato il concorso per il reclutamento dei dirigenti scolastici ma che ora si trovano in un limbo perché il Tar di Milano lo ha bloccato. Tra loro anche quindici monzesi
Concorso per presidi bloccato«Quel posto è un nostro diritto»

Monza – ”La scuola non può aspettare”. Questo l’appello lanciato dai docenti che hanno superato il concorso per il reclutamento dei dirigenti scolastici ma che ora si trovano in un limbo perché il Tar di Milano lo ha bloccato. Un gruppo di quindici docenti monzesi che ha superato l’esame ha dato vita con i colleghi della provincia brianzola e di Lecco a un unico coordinamento, come spiega Luisa Zuccoli, coordinatrice del gruppo: «Abbiamo deciso di unire le forze e farci difendere da un solo studio legale, siamo in 392 su 406 che hanno superato l’esame. Il nostro obiettivo è sensibilizzare l’opinione pubblica e spiegare alle famiglie cosa è successo, perché l’assenza di un dirigente ha ricadute sull’intero comparto scolastico. Vorremmo far capire il nostro disagio, perché non abbiamo fatto nulla e ci troviamo in una situazione pessima. Stiamo aspettando il 20 novembre, quando il consiglio di Stato comunicherà la decisione presa». Per dare a tutti la possibilità di comprendere la situazione e sottoscrivere l’appello, il coordinamento ha creato il sito internet www.appelloscuola.it in cui si chiede che l’amministrazione scolastica si adoperi per sostenere, davanti al Consiglio di Stato la necessità giuridica e l’opportunità pratica di riformare la decisione del Tar: il concorso appena concluso deve essere restituito alla sua piena legittimità. Chiedono che le forze politiche e sindacali, il mondo della cultura, le istituzioni locali, la società civile sostengano questa proposta. E che i vincitori del concorso vengano immessi in ruolo il prima possibile. «E’ la prima volta che partecipo al concorso- continua Renata Cumino, della scuola media Confalonieri- perché la possibilità di diventare preside è, in un certo senso, il completamento del percorso dell’insegnamento. Vorremmo che venissero riconosciuti i nostri diritti».
a.s.