Concorezzo – «I bambini non si toccano, ma se c’è qualche genitore che vuol fare il furbo e non pagare le rette della mensa scolastica, non ci fermeremo davanti a niente». Sono le parole del vicesindaco di Concorezzo, Mauro Capitanio, che indicano la linea da seguire nei confronti di chi non paga il servizio mensa. Linea che è uscita dalla riunione di giunta di mercoledì: «In tempi di Patto di stabilità – ha sottolineato lo stesso vicesindaco – ogni euro recuperato è un euro vitale perché serve per non sforare il tetto di spesa che ci è stato imposto dallo stato».
Negli anni il comune di Concorezzo ha accumulato un passivo di circa 50mila euro, come conferma l’assessore all’istruzione, Emilia Sipione: «In totale, fino al 2010, abbiamo calcolato che sono almeno 1500 gli studenti che nel corso degli ultimi anni scolastici non hanno regolarizzato la loro posizione». Questo ha fatto sì che il comune anticipasse alla ditta appaltatrice la somma che non riusciva a riscuotere dalle famiglie. Così il debito, non è rimasto sulle spalle del privato, ma a carico della collettività: «I bambini e i ragazzi non hanno colpe – ha precisato Capitanio – ma se la famiglia di appartenenza può pagare e non lo fa, il nostro comune ha intenzione di perseguire tutte le vie possibili per rientrare della somma dovuta». E le vie praticabili sono severe: «Non ci spaventeremo – ha aggiunto – siamo intenzionati a far partire ingiunzioni di pagamento e a mettere le ganasce alle auto di chi non paga, ma ha tutti i mezzi per farlo. È un atto di giustizia nei confronti degli altri che regolarmente saldano le spese».
Nelle mense concorezzesi vengono somministrati circa 8mila pasti al mese. I genitori accedono al servizio mensa attraverso un sistema informatizzato e pre-pagato. In altri termini ogni alunno ha una sorta di conto-mensa sul quale vengono caricati dei soldi. Soldi che vengono sottratti ogni volta che il bambino o il ragazzo si reca in mensa e usufruisce di pasti caldi. Qualora il conto-mensa fosse a secco o avesse poche risorse a disposizione, il gestore del servizio avvisa la famiglia.
Spesso le situazioni di difficoltà oggettiva tentano di essere risolte in seno all’amministrazione comunale: «Alcuni di coloro che non riescono a pagare la mensa del figlio – ha spiegato l’assessore Sipione – rischiano di essere persone effettivamente in difficoltà che o anno perso il posto di lavoro o hanno un affitto da pagare. In questi casi il comune si fa carico della gran parte del loro debito o in taluni casi della totalità».
In fase di aggiornamento dell’appalto per la ristorazione scolastica, il comune chiederà al privato di farsi carico della riscossione delle insolvenze delle famiglie almeno per una prima tranche di 15mila euro, superata la quale interverrà il comune.
Lorenzo Merignati