Cesano Maderno – «Capisco chi non ha la forza di denunciare. Loro sono terribili, non mollano la presa, continuano e continuano fino a quando non ti sfiniscono, ma io ho scelto la giustizia». A cinquant’anni Gianni Capone sembra non aver paura ad esporsi e dichiarare: «Mi hanno chiesto il pizzo, ma io ho detto no». Commerciante da sempre, ha anche gestito un ristorante al Villaggio Snia, Capone ha un’attività nel pieno centro cittadino in via Borromeo al piano terra dello storico palazzo. Una boutique per uomo, in uno spazio di proprietà comunale, così bella ed elegante da attrarre, secondo il negoziante, l’attenzione di chi promette protezione o comunque evita guai.
«A settembre – racconta Capone – è entrato un uomo, con spiccato accento meridionale, distinto, e mi ha detto chiaro: ”O paghi o è peggio per te”. La paura è stata tanta, ma io ho subito denunciato ai carabinieri di Desio e Cesano Maderno, che ringrazio». Da quel momento Capone sottolinea che è stata un’escalation persecutoria e riferisce di una lunga serie di fatti: «Mi hanno segato la porta d’ingresso, hanno tentato d’infrangere la vetrina con un sasso, mi sono ritrovato una zampa di gallina nella cassetta delle lettere e poi l’uomo è ritornato nel mio negozio e lì si è raggiunto l’apice. ”Ti apro in due lo stomaco e te lo arrotolo attorno al collo” ha detto senza tentennamenti».
In base al suo racconto emerge una tensione costante: «Ti martellano, non ti mollano mai e la vita cambia. Hai paura di uscire, hai paura di chi possa entrare, per questo chiudo sempre a chiave, hai paura che ti seguano, insomma non vivi più». Così venerdì 7 dicembre Capone ha persino avuto anche un crollo fisico: «Ho avuto un malore in negozio e sono svenuto. Devo ringraziare di cuore i miei dirimpettai, i commercianti qui di fronte. Nicolas ed Emanuela Ferro, sono stati loro a chiamare l’ambulanza, a praticare il massaggio cardiaco, se no chissà come andava a finire».«Oltre a Nicolas e a Emanuela – prosegue Gianni – ringrazio anche Simone Toninato del ristorante ”Il Fauno”, che mi è stato vicino, grazie anche a Marina Romanò e Giancarlo Carraro della Lega Nord, mentre mi hanno profondamente deluso le istituzioni locali, speravo di trovare in loro un maggiore supporto e invece non l’ho avuto».
Le parole di Capone sono forti; lui si espone e lo fa anche dalle pagine di facebook. Senza paura di ritorsioni? «Si tratta di etica. Ho deciso di fare la cosa giusta e credo che ogni commerciante debba farlo, dobbiamo avere coraggio, salvaguardare il nostro lavoro e credere in chi può difenderci da tutto questo».
Cristina Marzorati