Colpo di scena sulla CascinazzaBerlusconi chiede 60 milioni

E' una richiesta di risarcimento record quella che la società Lenta Ginestra chiede all'amministrazione a seguito dell'annullamento dell'edificabilità sull'area della Cascinazza, a San Donato: la famiglia Berlusconi chiede al Comune di Monza 60 milioni di euro di danni. Lì non si può più costruire.
Colpo di scena sulla CascinazzaBerlusconi chiede 60 milioni

Monza – E’ una richiesta di risarcimento record quella che la società Lenta Ginestra chiede all’amministrazione a seguito dell’annullamento dell’edificabilità sull’area della Cascinazza, a San Donato.
La decisione del Comune di inserire la Cascinazza nel Parco media Valle del Lambro ha annullato i progetti sull’area che faceva capo alla famiglia Berlusconi e che ora appartiene alla Lenta Ginestra (che ha incorporato per fusione Istedin, l’Istituto per l’edilizia industrializzata spa allora di Paolo Berlusconi) che ha valutato in 60milioni di euro il valore dell’area e per questa cifra chiede i danni al Comune.
All’interno della variante, prevista dalla precedente amministrazione, si concedevano più di 400mila metri cubi di volumetrie all’interno della Cascinazza, ma prima con l’annullamento della variante e poi con l’inserimento della Cascinazza nel parco media Valle Lambro l’area è stata resa inedificabile.

La richiesta di risarcimento da parte privato, che si ritiene danneggiato dalle decisioni dell’amministrazione, non preoccupa il Comune che si sente sufficientemente tutelata in questo caso: «Siamo tranquilli e pensiamo di non avere nulla da temere anche perchè c’è un precedente di omessa notifica per un ricorso che la società ha fatto al momento dell’annullamento della variante che ci fa stare abbastanza sereni» ha commentato l’assessore all’Urbanistica, Claudio Colombo.

Non tutto sembra essere perduto per la società proprietaria della Cascinazza. A quanto si apprende, infatti, Lenta Ginestra potrebbe non perdere le volumetrie previste sull’area della Cascinazza: le stesse cubature, infatti, potrebbero essere trasferite in altre aree in città, grazie al meccanismo della «perequazione».
«Non escludiamo questa possibilità – conferma Claudio Colombo – siamo aperti al dialogo in questo caso, quello che a noi premeva era di tutelare l’area della Cascinazza poi, ripeto, non escludiamo che le cubature che erano previste in quell’area possano essere trasferite altrove».

Questa potrebbe essere una delle soluzioni per mettere d’accordo pubblico e privato. La tutela dell’area verde della Cascinazza era una delle priorità di questa amministrazione fin dalla campagna elettorale.
Non a caso una delle prime decisioni è stata la revoca della variante e poi l’inserimento dell’area agricola del quartiere San Donato all’interno del Parco media Valle del Lambro. Qui insieme all’area della Cascinazza, saranno inserite altre aree libere, verdi e agricole ad est e ad ovest del fiume Lambro che si trovano nella zona sud del Comune di Monza. In totale si tratta di circa 800mila metri quadrati di aree verdi, di cui l’area della Cascinazza rappresenta più della metà.
Andrea Trentini