Cesano – Ancora un caso di legionella. È arrivato subito dopo Pasqua, lunedì 13 aprile per la precisione, giorno di Pasquetta, quando un cinquantenne, residente a Molinello, è andato al pronto soccorso dell’ospedale di Giussano per una brutta febbre. Da tre giorni la temperatura era salita oltre misura: difficile da spiegare soprattutto in una stagione anomala qual è la primavera.
Dopo una Pasqua a letto, lunedì ha chiesto aiuto ai medici del pronto soccorso di Giussano. Ricovero immediato, ma a Carate, visto che a Giussano non c’è posto. Qui, dopo le cure del caso, viene sottoposto a test e l’esito è positivo: ha contratto la legionella. Ora sta bene, sarà dimesso nei prossimi giorni.
La pratica arriva sul tavolo dell’Asl, che mercoledì 22 aprile ha fatto uscire i suoi tecnici per i controlli del caso nell’abitazione dell’artigiano. Non ci sono ancora gli esiti, ma intanto nella frazione si torna a parlare di legionella. E torna la paura.
Quest’anno si tratta del secondo: nei mesi scorsi era toccato a un novantenne, sempre residente a Molinello.
Filippo Carimati, presidente di "Brianza Acque", fa un discorso più che logico e invita a guardare oltre il rubinetto. «Nel ribadire che la legionella non si contrae bevendo acqua, ma respirando vapore acqueo, faccio presente solo alcuni aspetti. Stiamo continuando a clorare la rete, come ci ha chiesto l’Asl, e ancora proseguono le analisi e sono tutte negative. Per me l’origine del batterio non è la rete idrica pubblica, più probabile che la fonte sia una produzione di vapore acqueo magari non visibile, non necessariamente un comignolo, basta una grata e fermarsi qualche minuto a parlare. Chi è anziano o cagionevole contrae la legionella. Un pensiero che si fa più forte visto che i casi si concentrano a Molinello».
Cristina Marzorati