Cent’anni dietro al banconeA Busnago osteria da record

Era il 22 febbraio del 1912, quando la famiglia Arlati aprì la sua osteria nella casa costruita al Belgioioso - quella Busnago che oggi sta al di là della Sp2 - un paio di anni prima. La casa era stata tirata su dai cinque fratelli Arlati: Luigi, Carlo, Enrico, Giovanni e Silvio, tutti figli di Giuseppe e Rosa Stucchi.
Cent’anni dietro al banconeA Busnago osteria da record

Busnago – Un po’ defilata rispetto al centro, ma affacciata sulla Sp2 (che oggi è di Busnago la strada più trafficata), all’ombra di una grande catalpa giapponese, l’osteria «Isola San Giuseppe» osserva il paese crescere, allargarsi; serve da bere, e fa parte della sua storia. Da un secolo. Domenica prossima festeggia i suoi cento anni di vita.

La nascita – Era il 22 febbraio del 1912, quando la famiglia Arlati aprì la sua osteria nella casa costruita al Belgioioso – quella Busnago che oggi sta al di là della Sp2 – un paio di anni prima. La casa era stata tirata su dai cinque fratelli Arlati: Luigi, Carlo, Enrico, Giovanni e Silvio, tutti figli di Giuseppe e Rosa Stucchi, che erano nati rispettivamente nel 1839 e nel 1849. «La licenza – si legge oggi nella breve biografia del locale, incorniciata e appesa al muro della stanza dietro il bancone – fu rilasciata dalla Questura di Milano in data 22 febbraio 1912 al signor Arlati Luigi, che gestì questo locale con la moglie Teresa fino all’1 febbraio 1942».
È l’attuale titolare e nipote del primo Arlati dell’Isola San Giuseppe – Carlo – a raccontare la storia di questa attività che si tramanda da tre generazioni e ora sta per prendere la via della quarta. Dopo il primo febbraio 1942 c’è una pausa di un paio d’anni – nella biografia incorniciata – e Carlo Arlatilì per lì non si spiega il motivo. Poi ricorda: «La guerra, già. C’era la guerra e allora non si poteva fare niente».

Dopo la guerra
– L’osteria aspettò quindi fino all’ottobre del 1944 quando «la gestione passò al signor Arlati Ambrogio e alla moglie Solcia Teresa. Con l’aiuto della figlia Laura, in data 8 dicembre 1951 venne rilasciata la rivendita tabacchi». Tra un caffè e l’altro, mentre stacca un gratta e vinci o allunga un pacchetto di sigarette, Carlo Arlati ridisegna a chi l’ascolta il Belgioioso di una volta, il panorama attorno all’Isola San Giuseppe. «Qui ancora negli anni Sessanta non c’era nulla attorno. Niente di niente». Ed è difficile da immaginare, con la Sp2 che corre così vicina, e il traffico su e giù per il Globo a due passi, «che la domenica – aggiunge Carlo Arlati – a volte tocca fare un altro giro per arrivare all’osteria, dalla coda che c’è».

Verso i cent’anni – Poi piano piano sono arrivati gli altri, negozi e industrie attorno, le villette. Una cosa però non è cambiata, e c’era e c’è ancora, le fronde che fanno ombra oggi sui tavolini in pietra e sull’ingresso. «Dove un tempo esisteva il campo di bocce – rammenta ancora il quadro – ora ci sono le panche, dove incontrarsi e giocare e come allora ci si può riparare dal sole, all’ombra della catalpa giapponese, della famiglia di Bignonioides, risalente all’inizio del Novecento».
Letizia Rossi