Caratese, che disastro: urla e fischiLa panchina di Ottolina è bollente

Carate – Sotto una pioggia di fischi e accompagnati dal grido di “Vergogna, vergogna!”, gli azzurri rientrano mestamente negli spogliatoi al termine dell’ennesima debàcle casalinga. In tre giorni la Caratese, dopo la vittoria esterna di Alzano (recupero della terza di ritorno) esce sconfitta per ben due volte dal suo terreno di gioco. Domenica scorsa il Pizzighettone si è imposto per 3 a 2 (sul 3 a 0 la Caratese reagisce solo nel recupero segnando due reti al centravanti improvvisatosi portiere), mercoledì invece ai comaschi è bastato un golletto di De Vecchi (indecisione di Menegon – su punizione canturina – che chiama la palla, De Angeli si abbassa e la frittata è fatta) per incamerare l’intera posta in palio. Azzurri disarmanti al punto che ai presenti la prestazione del Cantù è apparsa una sorta di allenamento, nulla di più.
Non si vince in casa da un anno – I numeri parlano chiaro: su undici incontri disputati al “XXV Aprile” in questo campionato la Caratese ha rimediato sette sconfitte e quattro pareggi. Ancora: se si esclude lo spareggio play-out contro il Merate la Caratese non vince in campionato dall’8 marzo dell’anno scorso (giorno peraltro del suo 101mo compleanno) allorchè una doppietta di Farina (oggi a Renate) stese la forte Colognese. Quasi 12 mesi! Parlare della gara è quasi inutile; azzurri inesistenti nel primo tempo (Ottolina manda in campo un undici senza punte), poco reattivi nella seconda frazione. Un solo tiro in porta (Aliotta al 23′ della ripresa), tanta confusione, gioco farfugliato, ma soprattutto la netta sensazione che i giocatori ormai non riescano nemmeno più a giocare per il loro allenatore. Una sorta di resa, insomma, una squadra alla deriva. Domani, purtroppo, altra gara casalinga contro una Solbiatese in cerca di punti. I tifosi, tanti anche mercoledì scorso, nonostante tutto, sono da ammirare, ma a tutto c’è un limite.
La panchina “scotta” – Secondo i soliti beniformati Ottolina dovrebbe dimettersi (improbabile), la società potrebbe allontanarlo (possibile): mercoledì in tribuna avvistati Antonelli (improbabile) e Fontolan (possibile). La palla quindi è nelle mani di chi dirige il barnum di casa azzurra, ma il sospetto è che quasi certamente nulla accadrà. Si sentirà quindi a una lenta e inesorabile agonìa, al vilipendio di un blasone ultracentenario, allo stravolgimento della storia. Perché nel calcio si vince e si perde, si retrocede e si risale, ma sempre a testa alta e con dignità. L’indifferenza che regna in casa azzurra è invece un pessimo segnale per il futuro della Caratese.
Sandro Manzoni

Caratese – Cantù S.Paolo 0-1
Caratese: Menegon, Consolino, Bugno (29’st Chierici), Mantegazza, Folcia, De Angeli, Aliotta, Cerra (46′ Sardina), Musella (46′ Romano), Graziano, Pastore. Allenatore: Ottolina.
Cantù S.Paolo: Brunetti, Locatelli, Mireku, Corti, De Vecchi, Albonico, Testa, Tomaino, Tuz (28’st Pappalardo), Spaggiari, Prandini. Allenatore: Ronchetti
Marcatori: 7′ De Vecchi
Arbitro: Novellino di Brescia
Note: 200 spettatori. Ammoniti Cerra, Pastore (Car.), Albonico (Can.). Angoli: 3 a 2 per il Cantù.