Carate – E’ stato rinviato all’Epifania, causa maltempo che ha reso impraticabile il Parco delle fontanelle, il Presepe vivente che da trentaquattro anni, il giorno di Santo Stefano, trasforma il borgo di Agliate nella Betlemme di duemila anni fa. Quest’anno la sacra rappresentazione promossa dalle Parrocchie di Agliate, Carate e Costa Lambro, dal movimento di Comunione e liberazione, e dalla onlus Avsi invita a guardare a san Carlo Borromeo come a un modello di vita e ha per tema “Lo stupore di una presenza”. Nei panni di Gesù ci sarà il caratese Pietro Meroni, 3 mesi. Al suo fianco, nelle vesti di Maria e Giuseppe, mamma Katia e papà Matteo, genitori anche di Teresa, 7 anni, Margherita 5, e Lucia 3. Prima di raggiungere la grotta, i visitatori (se ne attendono decine di migliaia) dovranno attraversare gli altri undici quadri animati da oltre trecento comparse, la maggior parte delle quali studenti di scuole superiori e università. Il primo, sul piazzale della basilica romanica, ricorderà, nel quarto centenario della sua canonizzazione, san Carlo Borromeo, il santo dell’umiltà di cui l’arcivescovo Dionigi Tettamanzi, nella lettera pastorale che ha dato inizio al nuovo anno pastorale, invita tutta la Chiesa diocesana a seguire le orme. «E’ un’occasione – spiegano i promotori – perché la memoria di san Carlo non si riduca alla commemorazione di un vescovo, certo eccezionale ma irrimediabilmente rinchiuso in un altro tempo e in un’altra cultura. L’arcivescovo Tettamanzi ci invita a guardare all’esempio di vita del grande santo come buono per noi, ricordandoci che tutti siamo chiamati a vivere la santità. In tutto ciò che faceva, san Carlo era mosso da una grande preoccupazione educativa, da una grande cura per la sua gente che desiderava sostenere e richiamare alla conversione. Sapeva appassionare gli altri a quanto gli faceva ardere il cuore: il bene che faceva muoveva altre persone a farlo». I canti del coro e la lettura di testi sacri accompagneranno i pellegrini nel loro cammino, aiutandoli a vivere il gesto come memoria di un incontro che ognuno ha fatto, e a stupirsi per la presenza tra noi del Dio che si fa uomo. Questo anno, come già l’anno scorso, le offerte del Presepe saranno devolute ad Avsi, la fondazione onlus internazionale che lavora a sostegno dello sviluppo delle persone che vivono in situazioni estreme, con una particolare preoccupazione alla loro educazione.
Alessandra Botto Rossa
Carate, il presepe vivente rinviatoall’Epifania: terreno impraticabile
