Carate, i lavoratori della Pozziincontrano il Prefetto di Milano

Carate, i lavoratori della Pozziincontrano il Prefetto di Milano

Carate – La disperazione dei lavoratori della “Pozzi Leopoldo”, in cassa integrazione per la messa in liquidazione della ultracentenaria azienda meccanotessile di Agliate che a fine febbraio ha cessato la produzione, sbarca in Prefettura a Milano. Martedì pomeriggio una delegazione degli operai da più di un mese in presidio permanente fuori dal cancello del polo produttivo di via Cavour, Gabriele Fiore della Cisl Fiom di Monza, il sindaco Marco Pipino e Alberto Pozzi, proprietario dell’azienda, hanno partecipato a un vertice con il capo di gabinetto Vittorio Zappalorto. Un colloquio di due ore, organizzato dal sindaco Marco Pipino, in cui gli operai hanno presentato le istanze che ora dovranno mettere nero su bianco in vista di un secondo incontro. «Chiediamo – così i lavoratori – l’integrazione alla cassa integrazione straordinaria, l’accompagnamento con incentivi per i lavoratori vicini alla pensione e il sollecito alla nomina del commissario che da parte del Tribunale seguirà le sorti dell’azienda». Ancora da chiarire la possibile cessione di un secondo ramo d’azienda alla neonata “Pozzi Leopoldo Srl”, che andrebbe ad assorbire altri cinque dipendenti oltre ai quattro tornati al lavoro per la produzione di scambiatori di calore. «E poi – continuano – c’è la promessa del presidente Dario Allevi, che si è impegnato a farci anticipare i soldi della nostra cassa integrazione da istituti di credito locali». Secondo i piani della proprietà, sarebbero quattordici i lavoratori da ricollocare, dei 36 a carico al momento della liquidazione. Detto di quelli assorbiti o assorbibili dalla “Pozzi Srl”, tre sono andati in pensione giovedì e altri cinque potrebbero essere rimpiegati in due aziende di Seregno tramite agenzia interinale. Altri quattro, infine, potrebbero essere accompagnati alla pensione. Lunedì mattina, durante il mercato, una delegazione dei lavoratori ha distribuito volantini alla cittadinanza: «Siamo stanchi di chiacchiere. Chiediamo all’amministrazione comunale – si legge – di non adottare e non approvare il piano attuativo di 120 appartamenti previsto sull’area della fabbrica, fino a quando non si risolva il problema occupazionale che è stato creato». Lunedì e martedì i lavoratori radunati sotto al gazebo al cancello di via Cavour ha addirittura bloccato l’ingresso in ditta ai tir. «Dopo l’incontro in Prefettura, però – spiega Alberto Petullà della Rsu – vista la disponibilità dimostrata dal sindaco, che si è detto dalla nostra parte, abbiamo deciso di fare un passo indietro e collaborare».
Alessandra Botto Rossa