Caponago, Comune contro VitaliOrdinate demolizioni in azienda

Caponago, Comune contro VitaliOrdinate demolizioni in azienda

Caponago – Un’ordinanza di riduzione e demolizione di alcune opere realizzate in difformità alla Dia del 2009 è stata emessa all’inizio del mese nei confronti della cava Vitali, in seguito a un sopralluogo, effettuato alla fine di luglio da parte del personale dell’ufficio tecnico e della polizia locale. Tra le irregolarità riscontrate, il diverso posizionamento dell’impianto di produzione asfalti, a ridosso dell’autostrada, a un’ottantina di metri dal luogo indicato nella Dia del 19 marzo 2009. Inoltre, secondo quanto indicato nel provvedimento firmato il 3 agosto dal responsabile dell’area tecnica, vi sarebbero alcune incongruenze rispetto a quanto rappresentato nei grafici del documento: un numero inferiore di nastri trasportatori nell’impianto di riciclaggio delle macerie, un diverso tipo di impianto di vagliatura e di distribuzione degli spazi nell’edificio uffici.

In una posizione che non corrisponde a quella autorizzata dalla Provincia di Milano anche il materiale “fresato”. In questo modo non sarebbero rispettati i confini delle aree non soggette a trasformazione perché interessate dalla tangenziale est esterna e dalle fasce di rispetto degli elettrodi e dell’autostrada A4. L’ordinanza impone alla Vitali spa di rimuovere e demolire entro novanta giorni tutto ciò che non risulta in regola rispetto alla Dia, che sarà altrimenti acquisito gratuitamente dal comune. Dall’azienda, per il momento non arrivano repliche. La cava Vitali è al centro dell’attenzione caponaghese dalla scorsa primavera, quando la giunta guidata da Carlo Cavenago ha accettato l’accordo, da almeno un milione e seicentomila euro più opere da oneri di urbanizzazione, per l’apertura di un secondo centro di estrazione.

La bozza prevedeva maggiori controlli per il comune e per l’azienda l’uso della strada nei pressi della stazione di servizio quale accesso al cantiere. Nel mese di maggio si era fatta più pressante la protesta dei residenti di cascina Bertagna – alcuni dei quali avevano persino denunciato malori – riuniti in un comitato che ha raccolto centinaia di firme contro l’apertura della nuova cava. Tra le motivazioni espresse dai cittadini, oltre all’estensione dell’impianto, anche il timore che i nuovi macchinari potessero inquinare la falda acquifera, oltre alle preoccupazione per le condizioni dell’aria e le conseguenze sulla salute dei caponaghesi; da ultimo, le modalità di ripristino del territorio, al termine dei lavori di estrazione.
Letizia Rossi