Meda – Il Meda Calcio è abbandonato? Interviene il Comune. L’assessore competente si chiama Popi Cassina e gli addetti ai lavori sanno che questo non è nome qualunque. I nostalgici dei tempi eroici della serie C2 non devono però avere la falsa speranza che Cassina possa tornare presidente. L’ex timoniere dei bianconeri, infatti, sta lavorando sodo e con il cuore per salvare il Meda Calcio, ma da assessore: armato di pazienza e telefonino, sta cercando di capire quale sia lo stato attuale del malato e i dati in suo possesso sembrano indicare un’unica via d’uscita dalla crisi che attanaglia la squadra e la società bianconera.
I primi passi – «Classifica a parte – spiega Cassina – la situazione è assolutamente complicata: quasi tutti i soci che avevano preso in mano il Meda Calcio nell’estate scorsa sono spariti ed è rimasto solo il presidente Sergio Padovano. Proprio nei giorni scorsi, mi sono stati consegnati i bilanci della società e io li ho girati ad un professionista del settore, il medese Massimo Conti, che si è offerto di analizzarli gratuitamente perché, da cittadino di Meda, tiene molto anche lui alla rinascita di questa realtà. E questo è un primo passo per capire in che direzione andare».
I problemi – Il problema è questo: della nuova proprietà – che non molti mesi fa sbandierava a tutti gli organi di stampa la volontà di distinguersi da quella vecchia per ridare a Meda la squadra di calcio che meritava – è rimasto solo Sergio Padovano. La situazione è grigia soprattutto per gli arretrati di pagamento, poiché di rimborsi spesa (perché non si possono chiamare veri e propri stipendi) ne mancano tanti. E tanti degli allenatori che non hanno visto una lira negli ultimi mesi hanno abbandonato il campo.
La polisportiva – «L’idea è quella di creare un consiglio provvisorio della società – continua Cassina – per poi pensare al futuro. Stiamo ragionando sulla possibilità di riunire le società medesi calcistiche in una sola realtà». Partendo da questo spunto, il Meda ’05 – che milita in Seconda Categoria-, il Meda Calcio – nel limbo tra Eccellenza e Promozione – e il Real Meda calcio femminile – che milita in serie C – potrebbero quindi far parte l’anno prossimo di una sorta di Polisportiva medese. Questi sono i propositi di chi il Meda lo ha amato e lo ha fatto grande. Dietro una realtà come il Meda Calcio, però, non c’è solo la prima squadra e i rimborsi spesa. Ci sono anche centinaia di bambini e ragazzini che di queste cose non sanno niente e che hanno come unica preoccupazione quella di far rotolare la palla per tutto il campo e di buttarla in fondo al sacco. Ed è forse proprio dai “due calci ad un pallone” che si deve ripartire.
La Squadra – Lele Radice rappresenta la squadra: è capitano, giocatore e anche allenatore, in questa travagliata stagione. Legato ai bianconeri non solo da tanti anni di contratto, bensì anche da un rapporto d’affetto molto forte, Radice, insieme a pochi altri, si sta facendo in quattro per concludere degnamente questa dannata stagione calcistica. «Siamo stati letteralmente abbandonati – spiega – e dobbiamo fare i conti con il nulla: non c’è neanche l’acqua per gli allenamenti, nei mesi freddi non c’era il the e in queste settimane ci hanno tolto pure il telefono e il fax. Personalmente, sto facendo gratis l’allenatore e il giocatore. Non si vede un soldo di rimborso da tempo ormai e tutti noi speriamo che la situazione si risolva». Classe 1971, Radice è stato capitano del Meda nei tempi d’oro e, dopo aver girato squadre di livello come Mantova e Carpendolo, è tornato a Meda spinto dal cuore e dall’affezione verso la maglia bianconera. Il mister-allenatore, in questo momento, ha un pensiero per il settore giovanile, in forte difficoltà: «Io il calcio lo intendo ancora a misura d’uomo – spiega – e dico solo che per gestire una società calcistica non si può andare dritti senza guardare il budget. Il calcio è passione e, nello stesso tempo, il saper fare i conti e chi è passato di qua di recente non aveva queste qualità. Amare il calcio significa andare a vedere la juniores al sabato, curare il settore giovanile. L’obiettivo è quello di rifondare questa realtà: ma soprattutto di “fare calcio”». Un punto di partenza c’è..
Elena Sandrè