Brugherio, cassaforte smurataIl racconto della vittima dei ladri

Muggiò, in piazza Don Minzonivince la trascuratezza

Brugherio – «Continuo a rivedere l’immagine della mia casa deturpata e quando mio marito ha il turno di notte non riesco a dormire. Ho paura». Chi parla è una 41enne, residente a San Damiano e mamma di tre bambine. È una delle vittime dei furti in appartamento che si stanno susseguendo da settimane, in città, come nel resto della Brianza. Lunedì nel tardo pomeriggio, i soliti ignoti sono penetrati nella sua villetta a schiera, hanno letteralmente strappato le griglie metalliche, hanno forzato finestre e scardinato dal muro la cassaforte con i gioielli di famiglia.

Tutto alle 18.30, con il rischio di essere sorpresi dai padroni di casa al rientro dal lavoro. Non è successo per un soffio, perché lei è arrivata alle 19.15, con marito e tre figlie di 13 anni una e di 8 le altre due. A quell’ora l’abitazione era già stata saccheggiata, ma secondo i rumori sentiti da un vicino che però non ha sospettato nulla, alle sette meno venti i malviventi erano ancora in casa.
«Siamo arrivati dal garage – ha raccontato la proprietaria ancora agitata – e la bambina è stata la prima ad arrivare di sopra. Si è stupita che fossimo usciti lasciando tutto acceso e le finestre aperte. Quando siamo arrivati noi abbiamo capito e lo spettacolo in camera da letto ci ha sconvolti: un grosso buco nel muro, macerie ovunque, il letto e gli armadi disfatti. Gli affetti che mi hanno rubato non si possono ricomprare. Dall’orologio di mio padre ai brillanti di famiglia».

Nel sacco sono finiti preziosi per 5mila euro circa, mentre non sono stati toccati televisori, né macchine fotografiche, né il pc. Una tendenza che ritorna in altri casi consumatisi tra ottobre e novembre a San Damiano e non solo. La banda o le bande che imperversano cercano per lo più gioielli e contanti, entrano in casa anche quando i proprietari sono presenti (o stanno per rientrare a cena) e sono dotate di attrezzi del mestiere efficaci. Inoltre sembrano spesso ben informate sul contenuto delle abitazioni. Un particolare inquietante emerge dal racconto della donna. «Circa 2 mesi fa – ha detto – mio marito ha trovato strani segni sul citofono, come quelli che i ladri usano per identificare le case da visitare. Li abbiamo cancellati con la pasta abrasiva, ma temo che da allora ci abbiano curati ». Infine un appello: «Chiediamo alle forze dell’ordine che facciano più posti di blocco anche nelle zone periferiche. Gente che gira con piedi di porco e casseforti scardinate dà nell’occhio».
Nella stessa sera, si sono contate altre quattro denunce. Sul territorio, in realtà, erano presenti due pattuglie locali.
Valeria Pinoia