Briosco: rapisce la figlia di 2 annie la porta dai nonni in Tunisia

Da domenica scorsa non è più a casa sua, a Briosco, in via Stelvio, insieme alla sua mamma, la 31enne Marzia Tolomeo di Agliate. Martina, due anni, è stata rapita dal papà, Hassen Abdeljelil, tunisino di 35 anni, e portata da nonni.
La Tunisia nega l’affido esclusivoBriosco, Martina un po’ più vicina

Briosco – Martina deve tornare a casa. Stiamo parlando di una bambina di due anni che da domenica scorsa non è più a casa sua, a Briosco, in via Stelvio, insieme alla sua mamma, Marzia Tolomeo, una ragazza originaria di Agliate di 31 anni. Martina è stata portata via dal suo papà, Hassen Abdeljelil, tunisino di 35 anni che fino a domenica si trovava nella sua casa di Giussano. Un messaggino con scritto ”faccio tardi” e poi una telefonata dalla Tunisia hanno reso realtà le paure di Marzia che da tempo temeva un gesto del genere. All’origine della decisione, ci sarebbe la volontà del tunisino di crescere nel suo paese di origine la bambina, una dolcissima tifosa del Torino di due anni che ora si trova in Africa senza la sua mamma.

La cronistoria della sottrazione di minore- che potrebbe trasformarsi presto in un sequestro- passa da telefonate e minacce a pianti infantili in sottofondo. Hassen diceva a Marzia di stare tranquilla, di non avvisare i carabinieri e che sarebbe tornato mercoledì: ma dai documenti di volo, Hassen e Martina sono partiti e non si sono imbarcati per il ritorno a Malpensa. Il tunisino, per eludere i controlli, ha probabilmente falsificato le documentazioni, poiché Martina aveva il divieto di espatrio, aveva l’obbligo di vivere e dormire con la mamma e il papà poteva vederla, da sentenza di tribunale, due volte alla settimana e la domenica ogni quindici giorni. L’ultimo contatto, ieri sera quando Marzia ha chiamato su uno dei telefonini in Tunisia: ha risposto il fratello di Hassen che, dopo aver dato ragione alla giovane mamma, ha chiuso la telefonata tra le risate generali.

Ora Marzia vuole farsi ascoltare: sul volto della giovane mamma si legge disperazione e paura di chi temeva un epilogo del genere. Nello stesso tempo, Marzia è più che mai determinata e non mollerà la persa finchè Martina non tornerà a Briosco. In tanti si stanno mobilitando per far sì che la piccola possa riabbracciare la sua mamma e, a breve, verrà creato un sito internet ad hoc.

LA CRONISTORIA
Domenica 29 maggio ore 19.15: la bambina, da sentenza del tribunale, passa la giornata con il papà. Martina deve rientrare a Briosco alle 20. Alle 19.15, Hassen manda un messaggio a Marzia dicendo di essere sul Lago di Garda e che farà tardi.
Domenica 29 maggio, ore 21.03: a Marzia arriva una chiamata da un numero tunisino. Dall’altra parte due minuti di un pianto di bambina, senza parole.
Domenica 29 maggio, ore 21.10: altra telefonata dal numero tunisino e dall’altra parte la voce di Hassen che dice: «Ho portato Jasmin dalla sua nonna» (di secondo nome , la bambina fa Jasmin nda). Poi il tunisino riattacca il telefono.
Domenica 29 maggio, ore 23: I carabinieri e Marzia vanno a Giussano e trovano la casa senza di lui, ma con evidenti segni di vita recenti: pizza sul tavolo, bibite aperte. Segno del fatto che l’uomo ha lasciato la casa di fretta.
Lunedì 30 maggio: Hassen telefona a Briosco e dice a Marzia di non avvisare le autorità e che mercoledì 1 giugno sarebbe tornato in Italia. Per qualche ora, si pensa che Hassen possa non essere in Tunisia, ma che abbia solo chiamato da un numero di cellulare tunisino.
Mercoledì 1 giugno: Marzia e la sua famiglia vanno a Malpensa e qui scoprono che Hassen non si è imbarcato per tornare in Italia.
Giovedì 2 giugno: I carabinieri ritrovano la macchina a Giussano. Sintomo del fatto che qualcuno lo ha accompagnato a Malpensa.
Sabato 4 giugno: Marzia chiama uno dei numeri tunisini di Hassen. Risponde il fratello che, sotto suggerimento dell’ex compagno della donna, dice parole in italiano come: «Hai ragione, mio fratello ha torto. Tu sei la mamma di Jasmin e hai diritto di vederla». Poi grosse risate tra Hassen e suo fratello e telefono riattaccato.
Elena Sandrè