«Brianza arreda ci truffava così»Ecco le storie dei clienti derubati

Sognare una cucina, o un salotto, o una camera da letto. Nuovi. Ritrovarsi dopo mesi di interrogativi con un pugno di mosche in mano, dopo aver versato salate caparre. E' questa l'incredibile storia che stanno vivendo centinaia di clienti di Brianza arreda. Ecco i loro racconti.
«Brianza arreda ci truffava così»Ecco le storie dei clienti derubati

Agrate Brianza – Sognare una cucina, o un salotto, o una camera da letto. Nuovi. Ritrovarsi dopo mesi di interrogativi con un pugno di mosche in mano, dopo aver versato salate caparre senza vedere neanche l’ombra del mobile scelto. E’ questa l’incredibile storia che stanno vivendo centinaia di clienti di Brianza arreda, il mega store dell’arredamento di viale delle Industrie ad Agrate Brianza che ha improvvisamente chiuso i battenti, lasciando esterrefatti quanti avevano acquistato mobili che non sono mai arrivati. I truffati stanno cercando di organizzarsi, facendo fronte comune sui social network e cercando di venire a capo di una situazione davvero incredibile, fatta di imprenditori scomparsi nel nulla, dipendenti che si accusano l’un l’altro, fornitori che vantano decine di migliaia di euro di crediti. Ci sono storie cui si fatica a credere. Sembrerebbero incredibili, se non fossero vere.

La prima storia che raccontiamo è quella di Ester Calvi e Andrea Sibacco. Un coppia di fidanzati come tante che ha trovto in Brianza arreda un buon negozio dove acquistare i mobili della casa. Una scelta che è diventata un incubo. «Dopo un primo abboccamento ci ritroviamo la settimana successiva con Alessandro Villa e la signora Alessia, che si era presentata come una dipendente – raccontano -. Ci hanno mostrato le bozze di cucina, camera matrimoniale e salotto. Il preventivo? 36mila euro, ma che poteva diventare 18mila». Dopo la stipula, il giorno successivo, del contratto da 18mila euro, la coppia consegna a titolare e dipendenti (era entrato in scena anche il fantomatico signor Patrizio) un assegno di 4mila euro, come caparra fintanto che la finanziaria non avesse erogato il finanziamento per l’importo complessivo. Un assegno incassato regolarmente il 7 febbraio scorso. Poi, approvato il finanziamento, Ester e Andrea hanno cercato di farsi ridare i soldi versati come caparra. Ma i dipendenti Alessia e Patrizio e il titolare Alessandro Villa iniziano a non farsi trovare oppure a promettere la consegna dei mobili dilatando sempre più la data di scadenza. A metà giugno, l’amara scoperta. «Il 18 giugno – prosegue il racconto dei due fidanzati – cerchiamo attraverso le utenze telefoniche di contattare qualcuno del negozio, ma tutte risultavano staccate o irraggiungibili. Il giorno dopo abbiamo provveduto alla messa in mora del negozio, e a sporgere querela per truffa, intimando entro tre giorni un riscontro da parte di Brianza arreda per la mancata consegna dei mobili e la restituzione dei soldi indebitamente incassati tramite assegno. Ora viviamo accampati in una casa vuota, con una bambina di appena 20 mesi e con un tavolino di plasitca in mezzo ai locali. Questi sono davvero dei delinquenti, speriamo che paghino per quello che hanno fatto».

Poi c’è la storia di Elena De Simone. A settembre, insieme al marito, risiedono ad Agrate. Capitano, un giorno, davanti alle vetrine di Brianza arreda. «Bei prodotti, prezzo di una cucina interessante – racconta Elena -. Un’azienda apparentemente solida e seria. Quel giorno c’è uno sconto, una cucina da 13mila euro a soli 8.300 euro, incluso montaggio e trasporto. Accettiamo, la qualità è buona, e diamo un acconto di 2.500 euro. Hanno insistito un po’ per farci fare un finanziamento. Ma non potevamo farlo». La coppia non aveva fretta di avere l’arredamento, la casa era ancora in costruzione. Passano i mesi, ma dal mobilificio ancora nessuna notizia. A fine aprile, dopo il rogito, Elena e il marito sottoscrivono il tanto sospirato, per il negozio, finanziamento con Brianza arreda. «Ci era stato detto che di norma lo si sottoscriveva una settimana prima del ricevimento della merce – spiega ancora Elena De Simone -. Pensavamo che i mobili fossero pronti. Invece seguono mesi e mesi di attesa, continue scuse. Hanno dato la colpa al fornitore, ci hanno promesso lo sconto del 5%, poi è il trasportatore che non si riesce a contattare». Allora Elena chiama direttamente il fornitore, la Stosa cucina, che gela la coppia agratese: da mesi non evadevano gli ordini perché Brianza arreda era inadempiente con i pagamenti. Somme ingenti, anzi ingentissime. Troppo tardi per gli agratesi: Brianza arreda aveva nel frattempo chiuso i battenti. «Oggi siamo nella nuova casa – conclude Elena -. Abbiamo perso l’acconto di 2.500 euro, soldi che abbiamo messo da parte davvero a fatica, e siamo costretti ogni sera a mangiare a casa di mia suocera». Almeno fino a metà settembre, quando arriverà la nuova cucina.

I truffati non sono solo brianzoli. Anche nella Bergamasca diversi clienti sono rimasti con un pugno di mosche in mano. È il caso di Daniele Massaro, residente a Osio Sotto. «Ho letto le offerte di Brianza arreda su internet – racconta il cliente -. Ero deciso ad acquistare una cucina del valore di 13mila euro. Me la lasciavano a poco più di 8mila euro. Ho stipulato un finanziamento ma non ho mai ricevuto niente. Pensate, sono venuti addirittura a casa mia a prendere le misure». Poi più nulla. Daniele Massaro ha incominciato a insospettirsi quando ha iniziato a telefonare ai numeri in suo possesso ma continuava a trovarli staccati. «Per fortuna conosco la legge – conclude Massaro – e ho sospeso subito il finanziamento. Ho diritto alla risoluzione del contratto e alla restituzione delle rate».
Davide Perego