Bersani, D’Alema, le donne, i figli,l’Europa e la farfallina di Belen

Monza– Bersani? «Lo stimo perché non si nasconde e accetta la sfida. Siamo pronti a dare una mano se la vorrà in caso di sconfitta alle primarie Non scapperemo con il pallone per andare in un altro partito. Bersani, noi, non dobbiamo avere paura di chi dice le cose in faccia. Dobbiamo temere chi in faccia ci dice certe cose, e dietro le spalle ne fa altre. Ricordiamoci che per due volte abbiamo eletto Prodi e ci siamo trovati D’Alema presidente del consiglio». Regole certe, chiede Renzi, sapendo che la scalata sarà difficile: «Mio figlio di 11 anni sta con Bersani e mi chiede chi me l’ha fatto fare. La vera sconfitta non è quella di non riuscirsi, la vera sconfitta è quella di chi non ci prova mai». Salta da una parte all’altra, Renzi, nel corso dell’intervento al Villoresi. E tutti gli argomenti toccano la sensibilità dei presenti.
Come quando parla delle donne e mostra la foto dell’ad di Yahoo. «Guardate questa donna. É appena stata nominata ad di Yahoo ed è al settimo mese di gravidanza. É indecente che la metà delle donne italiane non abbia lavoro e debba scegliere tra maternità e carriera. Ecco perché sono orgoglioso, come sindaco di Firenze, di avere asili nido in numero superiore alla media italiana. Il nostro riferimento culturale non può essere la farfallina di Belen».
L’Europa, poi. «Ci viene descritta con la zia bisbetica, un po’ come l’euro. Dare oggi la colpa all’euro per giustificare dove siamo finiti, è come dare colpa alla bilancia dei chili di troppo che abbiamo in corpo».
Il merito. «C’è un atteggiamento cinico nei confronti di chi prova a fare qualcosa e sul merito si sono spese molte parole. Io credo che non tutti devono arrivare per forza allo stesso punto. Io credo che tutti debbano partire dallo stesso punto. Il figlio degli operai deve avere il diritto di partire dalla linea del figlio del riccone. Guardiamo Dante che ha scritto la Divina Commedia perché gli sono stati dati i soldi per studiare. Che ne sarebbe del’umanità, oggi, senza Dante. Invece qui si privilegiano i soliti. Lavoriamo per fare sì che i nostri figli trovino lavoro non perché conoscono qualcuno, ma perché conoscono qualcosa».
Il futuro. «Da troppo tempo la politica usa il futuro come una discarica nella quale buttare i problemi del presente. Per noi il futuro è speranza, lavorare per i nipoti che non abbiamo, per migliorare le attede dei bambini di oggi».
Le tasse. «Si pagano troppe tasse, non c’è dubbio. E sembra di dire una bestemmia perché sono i conservatori che chiedono di abbassare le tasse, mentre i democratici le vogliono alzare. Io di destra? Allora dobbiamo trovare una nuova definizione di destra e di sinistra. Si pagano troppe tasse e c’è troppa evasione. Non prendiamoci in giro: basta incrociare quello che è in possesso delle banche dati. Sono orgoglioso di avere abbassato l’Irpef a Firenze e ritengo assolutamente fattibile l’idea di assegnare cento euro al mese a tutte quelle famiglie italiane con menon di duemila euro mensili. Vuol dire tanto. Significa una pizza, una maglietta o un libro in più».
L’imprenditoria. «Gli imprenditori chiedono la certezza delle norme. E mi pare giusto, invece si trovano a lavorare in un Paese fondato sui capi di gabinetto. Vorrei rottamare l’idea per la quale in Italia un chilometro di autostrada costa il doppio rispetto alla Germania e un chilometro di alta velocità costa il triplo rispetto alla Spagna. Da noi servono 38 mesi per progettare un’opera, tra una conferenza di servizi e l’altra e quando la politica si trova a corto di idee non può mancare un bel tavolo di confronto. Siamo tutti grandissimi mobilieri. L’azione della pubblica amministrazione deve essere immediatamente percepibile».
Il camper. «Voglio guardare la gente in faccia, come qui a Monza. Incontrare persone, misurare quel che accade in Italia. A Ballarò basta una puntta per andare nelle case di qualche milione di italiani. Invece noi vogliamo guardare negli occhi tutti quanti. Da troppo tempo ci manca l’attrazione del cuore. Ecco perché ho scelto il camper».