Barlassina, rapina in gioielleriaColpo grosso da 100mila euro

Barlassina – Colpo grosso nel pomeriggio dello scorso martedì 8 settembre alla gioielleria “Simona Gioielli” di via Milano a Barlassina. Due uomini hanno strattonato, legato e costretto nel retrobottega la titolare, S.G. di 36 anni, fuggendo con un bottino da centomila euro in gioielli oltre a 300 euro in contanti, rubati dal registratore di cassa. Dopo essere riuscita a liberarsi, la donna è uscita in strada chiedendo aiuto. La prima a prestarle soccorso è stata una collega del negozio vicino, a ruota sono sopraggiunti altri commercianti della zona, creando un piccolo capannello sino all’arrivo dei carabinieri.

La gioielliera non poteva certo sospettare un epilogo così amaro. Intorno alle 15.30-16 di martedì è tranquillamente dietro al bancone quando un uomo distinto, giovane, sui trent’anni, suona alla porta. Lei apre e lui entra in negozio. Con modi gentili le chiede di mostrarle un bracciale d’oro. Lei esegue. In quel momento suonano ancora alla porta. È un secondo uomo, anche lui ben vestito, sempre sulla trentina. La proprietaria non sa che sono due complici. Anche il secondo vuole ammirare un bracciale in vetrina. Lei naturalmente accontenta il cliente, ma non appena si volta scatta la trappola.

I due con forza l’afferrano alle spalle, le tappano subito la bocca invitandola a stare zitta. Le gambe tremano, la paura è tanta, ma per lei non c’è nulla da fare. La poveretta è in balia dei due rapinatori. La legano mani e piedi, la imbavagliano e quindi la spingono nel retrobottega. Uno la controlla, l’altro fa razzia di tutto. In quel momento è aperta la cassaforte, che viene svuotata degli oggetti più preziosi. Vengono ripuliti anche gli scaffali e i vari espositori. Alla fine i due scappano con una serie di preziosi per un valore commerciale di ben centomila euro.

Ma non sono contenti. Non è stato abbastanza impaurire, umiliare e paralizzare una donna di 36 anni, l’hanno anche umiliata sfilandole dal cassettino del registratore di cassa 300 euro in contanti. La battuta finale poi fa venire i brividi. Mentre stanno per imboccare la porta, impugnano il telefono cellulare della commerciante e vedono che sullo schermo c’è l’immagine di una bambina. «Anche noi abbiamo figli – affermano avanzando un assurdo tentativo di giustificazione – lo facciamo per loro». A rapinatori lontani, la poveretta è riuscita a liberarsi, a uscire in cortile e a chiedere aiuto ai carabinieri, che in una manciata di minuti sono arrivati in via Milano.
Cristina Marzorati