Bancarotta Bburago, altre indaginiArrestato l’avvocato Rausse

Burago Molgora – Sei milioni di euro presi dalle casse della Bburago e fatti transitare di nascosto dalla Svizzera al Lichtestein. Parte dal fallimento della storica azienda brianzola produttrice di macchinine, la vicenda che martedì ha portato all’arresto di un noto avvocato milanese, Gianpietro Rausse, 61 anni, conosciuto soprattutto negli ambienti del tribunale fallimentare, indagato dalla procura di Monza per bancarotta fraudolenta.

Il provvedimento restrittivo è stato eseguito dalla Guardia di Finanza in virtù di un’ordinanza emessa dal gip Licinia Petrella, su richiesta del pm Walter Mapelli. Le Fiamme gialle hanno perquisito a lungo lo studio milanese dell’avvocato in via Visconti di Modrone. Secondo le accuse, il civilista avrebbe avuto un ruolo nella presunta bancarotta della Bburago, marchio noto ai collezionisti di tutto il mondo, fallita nel 2005 con un passivo di 100 milioni di euro, e sulla quale la relativa inchiesta giudiziaria aveva portato, nel marzo 2006, all’arresto di Marco Besana e Luigi Perego, rispettivamente ex amministratore delegato ed ex presidente del collegio sindacale.

Rausse avrebbe in particolare aiutato il cavalier Mario Besana, lo storico fondatore scomparso qualche mese fa, a portare i sei milioni all’estero. Rausse e Besana si erano conosciuti nel 2004. Al professionista erano stati dati incarichi di consulenza nella fase precedente al fallimento, ma in un secondo momento, venne investito del compito di “salvare i quattrini” del capitano di industria all’epoca dell’inchiesta e del fallimento della Bburago.

Rausse, insomma, avrebbe ricevuto sette milioni dal patrimonio dei coniugi Besana, spogliati anche delle loro proprietà immobiliari, e avrebbe restituito loro solo “misere somme di denaro”, anche a fronte di “pressanti richieste della vedova Besana”. Gli inquirenti non escludono altri possibili sviluppi; l’ipotesi è che ci fosse un sistema consolidato, che consisteva nel creare fiduciarie all’estero utilizzate per nascondere fondi relativi ad altri fallimenti.
Federico Berni