Monza – «Le leggi ci sono ma chi le deve fare rispettare non le comunica. In quanti sanno che la Regione ha deliberato un documento in cui si assicura il trasporto gratuito ai pazienti dimessi in regime di riabilitazione per tutto il periodo di cure? Nessuno, perché l’Asl non ha informato né i medici né i pazienti e io, che da oltre due mesi ho richiesto un incontro sull’argomento al direttore generale Umberto Pontoni, non ho ancora ricevuto alcuna risposta».
Parole di fuoco quelle di Gianmario Boschiroli dell’Auser Brianza che, dopo il nostro servizio sullo scandalo dei rimborsi gonfiati, non ci sta a passare dalla parte di quelli disonesti e chiarisce il grande lavoro di assoluto volontariato assicurato, insieme ad Angelo Dal Ben presidente dell’Anteas Brianza, a centinaia di pazienti oncologici di Monza e circondario. Specificando la differenza tra loro e le croci. Come onlus, infatti, Anteas e Auser si occupano esclusivamente del trasporto in ospedale di pazienti autosufficienti o sulla sedia a rotelle e non possono, come stabilito dalla legge, richiedere un preciso pagamento.
Al momento del servizio emettono una ricevuta di erogazione liberale: in altre parole il trasportato fa una donazione che potrebbe essere anche solo di pochissimi euro e se viene offerto un contributo superiore ai cento euroil paziente deve emettere un assegno o effettuare un bonifico bancario. Boscheroli e Dal Ben hanno le idee chiare sulla riorganizzazione del servizio di trasporto dei pazienti ma da tempo si trovano le porte chiuse da parte di Comuni e Provincia.
«Oggi manca l’informazione da parte delle istituzioni – hanno spiegato -. Un vero impegno da parte della politica che non si limiti alle parole e all’organizzazione di stati generali. E’ un continuo emettere bandi di mappatura dei servizi di trasporto sul territorio. L’ultimo, scaduto il 31 marzo, emesso dalla Provincia e per un valore di 30mila euro. Ma sappiamo già quali sono i servizi: che senso ha un’ulteriore stima quando poi, al momento in cui si chiedono contributi, non ci sono mai i soldi».
E loro lo sanno bene. Un esempio è quello dell’Auser che nel comune di Cavenago Brianza è costretta a coprire la metà dei costi del trasporto degli anziani, disabili e malati (il costo totale è di 10mila euro ma il Comune ne dispone solo di 5mila) per poter continuare a garantire questo servizio. «Crediamo in questa attività basata esclusivamente sul volontariato – hanno concluso -. Ci mettiamo il cuore e un grande impegno, ed è per questo che sapere dello scandalo delle croci ci ha indignato».
Barbara Apicella