Si apre un vero e proprio giallo sull’attentato di ieri mattina alla caserma Santa Barbara di Milano. A poche ore di distanza dalla deflagrazione che ha ridotto in fin di vita l’attentatore, il libico Mohamed Game, è scontro a distnaza tra Francesco Rutelli, presidente del Comitato parlamentare di controllo sui servizi di sicurezza, il Copasir, e la procura di Milano. Alla stampa, Rutelli ha dichiarato che quanto accaduto «sembra un atto isolato, lo è materialmente perché è una singola persona ad essere entrata nella caserma». E tuttavia «la natura di questo episodio è tutta da comprendere» perché «dalle investigazioni precedenti è emersa una conversazione che parlava di questa caserma come possibile obiettivo». Circostanza smentita in serata dal procuratore aggiunto di Milano, Armando Spataro, secondo il quale «la caserma di via Perrucchetti non è mai stata nominata in tutte le indagini milanesi» sul terrorismo islamico. Posso dire con certezza che escludiamo che ci sia mai arrivata una notizia da qualsiasi fonte preannunciante progetti di attentato ai danni di quella caserma».
Gli archivi dicono il contrario – Eppure, come risulta chiaro dagli archivi dei giornali, il nome della caserma era emerso nelle indagini che avevano portato, nel dicembre del 2008, all’arresto di due marocchini residenti a Giussano che progettavano attentati contro varie strutture, tra cui le caserme dei carabinieri di Giussano e Desio e il parcheggio tra l’Esselunga e il caffé Mistral di Seregno. E dalle intercettazioni saltà fuori, appunto, anche il nome della caserma di piazza Perrucchetti e quello l’ufficio stranieri della Questura in via Cagni. Se ne è parlato chiaramente nelle cronache di allora. Perche, dunque, a un anno di distanza, la circostanza viene smentita? La notizia era stata circostanziata in modo errato allora o lo e adesso? Una domanda alla quale sarà necessario che le istituzioni preposte diano una risposta.
Arrestati i presunti complici – Intanto, le indagini sull’attentato segnano una svolta: nella notte sono stati fermati due presunti complici di Mohamed Game, un libico e un egiziano, e la Digos ha scovato un’ingente quantità di esplosivo. I due presunti complici di Game avrebbero avuto ruoli distinti nella preparazione dell’attentato alla caserma Santa Barbara. Il libico avrebbe aiutato il connazionale a reperire il materiale esplosivo usato per confezionare l’ordigno, l’egiziano, vicino di casa dell’attentatore, lo avrebbe accompagnato davanti alla caserma. I due presunti complici sono stati fermati dagli uomini della Squadra mobile coordinati dal pm di Milano Maurizio Romanelli, titolare dell’inchiesta sull’attentato, che oggi dovrebbe inoltrare al gip la richiesta di convalida dell’arresto di Game. I fermi sono avvenuti dopo che la polizia ha ascoltato parenti e amici del 35enne libico accusato di detenzione, porto abusivo e fabbricazione di esplosivi e che presto verrà indagato anche per tentata strage.
Antonella Crippa
Attentato annunciato un anno fa?E’ giallo sulle intercettazioni
