Artigiani: segnali di speranzauna impresa su cinque assumerà

Monza – Qualche segnale di velato ottimismo dall’artigianato di Monza e Brianza, dopo l’”anno orribile” appena concluso che comunque le imprese artigiane hanno fronteggiato con tenacia e responsabilità. Segnali non clamorosi, ma che mantengono la percezione di un clima di incertezza e che comunque indicano una propensione a rilanciare i settori.E’ quanto emerge da un sondaggio telefonico realizzato dall’Unione Artigiani tra il 20 e il 30 gennaio 2010 su un significativo campione di 300 imprese operanti sul territorio di Monza e Brianza, proporzionalmente ripartito in 8 maxi-settori dell’artigianato. Le domande del questionario chiedevano una previsione per l’anno 2010 relativamente all’andamento occupazionale, al fatturato, alla possibilità di investimenti e di ricorso al credito.

Nuove assunzioni Sul fronte occupazionale solo un’impresa su nove prevede di ridurre il personale mentre una su cinque pensa che avvierà nuove assunzioni. Comunque quasi i 2/3 degli intervistati manterrà l’attuale assetto. I settori con il più alto saldo positivo tra assunzioni e licenziamenti sono: acconciature, metalmeccanico e autotrasporto e alimentari. In negativo il saldo delle imprese di pulizia.

Fatturato invariato Per quanto riguarda la previsione sull’andamento del fatturato 2010, oltre il 38% stima che resterà pressoché invariato rispetto all’anno appena trascorso. Rilevante (oltre il 18,1%) la percentuale degli incerti. Acconciature, metalmeccanica ed impiantistica sono i settori con le più alte previsioni di fatturato favorevole. Artigianato artistico ed edilizia quelli che manifestano le aspettative più negative.

Investimenti Relativamente ai futuri investimenti, in questo clima d’incertezza, era prevedibile che si annunciassero contenuti. Comunque a fronte del 57,7% che non investirà, quasi un terzo degli intervistati (27,9%) dichiara che s’impegnerà in investimenti. Anche qui i settori più propensi a farlo sono quelli dell’acconciatura e dell’impiantistica.

Credito, pochi lo chiederanno La previsione sul credito, principale salvagente di fronte alle difficoltà d’impresa, segnala che solo il 18,9% lo richiederà (lo scorso anno quasi il 30% degli intervistati aveva fatto ricorso a finanziamenti bancari) Più di 2/3 degli intervistati (65,9%) dichiara che non ricorrerà a prestiti bancari. L’intenzione di ricorrere a finanziamenti dalle banche sale nei settori della metalmeccanica, dell’edilizia e delle acconciature.Con riferimento alle risposte fornite dai singoli settori si può verificare che complessivamente le situazioni migliori sembrerebbero quelle della metalmeccanica, delle acconciature e dell’impiantistica. Le maggiori incertezze arrivano da edilizia e artigianato artistico.Un quadro previsionale che offre qualche spiraglio anche se si presenta ancora preoccupante.