Monza – «Le indagini hanno consentito di accertare le attività di un vero e proprio sodalizio criminoso, costituito per realizzare una serie indeterminata di delitti». Una piena conferma alle tesi della procura di Monza nell’ambito dell’indagine Briantenopea, arriva dal tribunale del Riesame di Milano, nell’ordinanza con la quale ha respinto il ricorso dell’indagato Aniello Cozzolino (accusato di essere l’uomo delle banconote false), detenuto presso il carcere di Bergamo, contro la custodia cautelare in carcere.
In particolare, i magistrati milanesi (collegio presieduto dal presidente Mariarosa Busacca) hanno confermato l’accusa principale, quella di associazione a delinquere, contestata tra gli altri anche all’ex assessore Giovanni Antonicelli, ravvisando in merito «un grave quadro indiziario». Dunque un «sodalizio » finalizzato ad una serie di delitti, caratterizzato da «un modus operandi ben definito» e da una «altrettanto evidente ripartizione dei ruoli». Elementi strutturali del reato di associazione a delinquere: «il numero elevato dei reati consumati (…) l’identità dei ruoli assunti dai correi, e l’ammontare dei profitti conseguiti».
Tutto, secondo il tribunale, fa presupporre l’esistenza «dell’agire di più persone che operavano in maniera assolutamente organizzata oltre che stabile e continuativa nella commissione dei reati contestati». Dunque una «organizzazione di uomini e di mezzi, che sono stati effettivamente individuati dagli inquirenti ». Una conferma importante alle conclusioni del pm Salvatore Bellomo, che in questi anni ha coordinato l’indagine dei carabinieri di Monza. Gli indagati, «avevano anzitutto luoghi stabili dove programmavano le attività del sodalizio, quali il bar Mamo’s ed il ristorante Pappa e Ciccia, a Monza».
In una conversazione tra due uomini di fiducia del capo Peppe ‘o’ Curt’ Esposito, gli indagati Cosimo Dicembre e Giuseppe Ferone confermano chiaramente di avere delle basi fisse: «noi a volte prendiamo un bar di riferimento ed è il punto di incontro, tutti quelli là che vengono sanno che devono venirle là…». Oppure: «quanti siamo, 15 persone?? Il tavolo era nostro sempre…». Il gruppo aveva inoltre «la disponibilità di mezzi di trasporto e di numerose armi».
«Ampiamente dimostrata», inoltre, «la capacità di intimidazione dell’associazione sul territorio», mentre «particolarmente sintomatico del vincolo associativo » è poi il mantenimento dei detenuti ad opera dello stesso Esposito, che si faceva carico economico dei suoi uomini quando finivano dietro le sbarre: «mi hanno arrestato dieci personedice ‘Peppe’- e tutte le settimane hanno i soldi».
Federico Berni