Alberto Cukeric tedoforo olimpicoStoria speciale per Londra 2012

Alberto Cukeric, 40enne di Agrate Brianza, è una «persona normale che ha fatto una cosa straordinaria». Talmente straordinaria da meritarsi l'onore di portare la fiaccola olimpica di Londra 2012. E tutto grazie a un cellulare.
Alberto Cukeric tedoforo olimpicoStoria speciale per Londra 2012

Agrate Brianza – Alberto Cukeric è una «persona normale che ha fatto una cosa straordinaria». Talmente straordinaria da meritarsi l’onore di portare la fiaccola olimpica di Londra 2012. E tutto grazie a un cellulare. L’incredibile storia di Cukeric, 40enne di Agrate Brianza, comincia circa un anno fa: la sua passione per la tecnologia e la voglia di stare al passo coi tempi lo spingono a cambiare telefono. Niente di più facile: va in un negozio Samsung e l’acquisto è fatto.

Siamo alla fine del 2011 e la compagnia telefonica ha indetto un concorso in vista delle Olimpiadi londinesi. I clienti che hanno compiuto un gesto “eroico”, o che hanno dato il loro contributo alla crescita della comunità in cui vivono, insomma quelli che hanno mostrato un puro spirito olimpico, possono realizzare un sogno: diventare tedofori.

Cukeric, che nella vita si occupa della vendita di spazi pubblicitari, una cosa davvero eroica l’ha fatta e decide di raccontarla: all’inizio degli anni Novanta, mentre si trovava in vacanza in Croazia, era intervenuto per primo sul luogo di uno spaventoso incidente frontale tra due auto, dando conforto e sostegno ai passeggeri di una ed estraendo quelli dell’altra prima che la macchina prendesse fuoco.
La storia colpisce e appassiona sia la compagnia telefonica sia, soprattutto, il Comitato olimpico. E Alberto Cukeric diventa ufficialmente tedoforo. Ha percorso 300 metri con la torcia olimpica all’interno dell’Università di Loughborough, non lontano da Leicester, prima di consegnarla al tedoforo successivo.

«È stata un’esperienza che mi ha lasciato una sensazione bellissima dentro e che ricorderò per sempre – racconta il 40enne agratese – Difficile trovare le parole per spiegare cosa si prova. Diventi una specie di rock star per un giorno, ti senti parte dello spirito olimpico; mentre porti la torcia i bambini ti guardano come se fossi un eroe. Essere al centro dell’attenzione in quel modo è un’emozione, ma anche un onore: senti davvero il peso e la responsabilità di quello che stai facendo ».

La fiaccola è stata regalata ai tedofori e Cukeric è rimasto quasi incredulo: «È ancora chiusa come quando me l’hanno data, non l’ho ancora toccata per paura di rovinarla. Un giorno la metterò sicuramente in una teca e la conserverò gelosamente. Se penso che, quando verrà accesa la fiaccola allo stadio olimpico di Londra, una piccola parte di merito sarà anche mio, mi sento davvero orgoglioso: non è una cosa che capita tutti i giorni».

Una storia così bella, anzi una favola, non può non avere una morale e Cukeric l’ha trovata: «Ho capito che nella vita, compiere delle buone azioni e aiutare gli altri non solo è doveroso, ma viene anche ripagato: quello che fai ti viene restituito in qualche modo. E a me è capitato davvero qualcosa di bello».
Simone Pace