Agrate: ”Colombo”, stallo a RomaI lavoratori rifiutano il medico

Agrate: ”Colombo”, stallo a RomaI lavoratori rifiutano il medico

Agrate Brianza – Ancora nulla di fatto, la vertenza continua presso il Ministero del Lavoro; intanto in via Euripide la protesta assume toni ancora più duri. Nessun contatto con l’esterno per gli otto lavoratori che da diciassette giorni si sono asserragliati sul tetto del capannone della ex Colombo. Unica eccezione, ieri, l’incontro con i sindacalisti di ritorno dal vertice romano per ricevere notizie, ancora negative, della trattativa. Nonostante siano provati dall’arsura e dalla fatica di diciassette giorni e altrettante notti trascorsi in condizioni estreme, da una settimana gli otto lavoratori rifiutano il controllo medico e proseguono con un’alimentazione ridotta al minimo, solo acqua e qualche frutto.

“Non pare che ci siano condizioni di salute a rischio in questo momento, ma di certo la situazione va monitorata, tenuto anche conto che lì sopra lo sbalzo termico è notevole”, diceva ieri mattina Antonio Castagnoli, Fiom Cgil, al capannello di giornalisti riunito davanti all’ex fabbrica, si parla di 45-50 gradi: “Li abbiamo invitati a far salire il medico”. Si sono affacciati per pochi istanti al cornicione, hanno concesso qualche breve battuta a favore della camera del tg regionale, e poi gli otto sono tornati al silenzio e all’attesa. Se il giorno decisivo pareva dover essere giovedì, la distanza tra le parti è stata ancora troppo grande per poter chiudere la partita. Martedì prossimo si torna a discutere.

La trattativa dovrebbe proseguire a oltranza, come hanno chiesto i sindacati. “Non accettiamo più ulteriori date, per rispetto di tutti i lavoratori e dei loro diritti e in considerazione delle otto persone che da settimane sono sul tetto del capannone – ha spiegato Castagnoli- Se l’azienda pensa di poterci prendere per sfinimento, si sbaglia. Vogliamo avere noi l’ultima parola, nel segno del rispetto pieno dell’accordo siglato nel 2008”. L’accordo è la base di partenza della controproposta ufficializzata giovedì dai sindacati, con i numeri che vanno poi calati sui 58 lavoratori oggi in attesa di risposta: dimissioni incentivate per 26 persone, accompagnamento alla pensione per altre tre o quattro, ricollocazione per 38 entro il 2010 e, in caso di tentativo fallito, rientro presso Pizzighettone o, in alternativa ultima, dovrà essere fissato un corrispettivo economico.

Quali margini per un esito positivo, martedì? “Non sono né ottimista né pessimista –ha spiegato Claudio Cerri, segretario generale Fiom Cgil Brianza- Il dato positivo è che il tavolo resta aperto. L’azienda si è impegnata a presentarsi martedì con qualche elemento di novità. Ogni possibile soluzione dovrà ottenere l’approvazione di tutti i lavoratori coinvolti”.
Anna Prada