Concorezzo – Caso Acquaworld: i lavoratori non ci stanno e vogliono chiarire la loro posizione. Intanto il parco rimane aperto solo nel fine settimana e così è scattata la cassa integrazione per 34 lavoratori. Questo dopo le turbolenze che hanno affrontato durante il passaggio dalla cooperativa Alis alla New service. Dopo una trattativa, gestita direttamente dai sindacati, i lavoratori sono stati assunti nella nuova cooperativa New service con le stesse qualifiche e gli stessi orari che avevano con la Alis. Ma è a questo punto che si sono creati nuovi problemi, perché alcune scelte della Bluwater spa, proprietaria degli impianti, avrebbero «comportato una forte riduzione del monte ore, e relativo salario, dei lavoratori».
Non solo: «L’iniquità della suddivisione del monte ore del mese di gennaio ha inoltre creato divisione tra i lavoratori stessi – hanno scritto dalla Cgil – E il sindacato ha chiesto, subito, l’avvio delle pratiche per la richiesta della cassa integrazione in deroga, firmandone l’accordo a fine gennaio, per un monte ore complessivo di quasi 12mila ore per 34 lavoratori».
A spiegare lo stato dell’arte sono stati i rappresentanti delle maestranze, in una lunga nota, che fanno riferimento a Michele Giandinoto: «Basta la misura è colma, il sindacato e i delegati hanno colto le prime avvisaglie che qualcosa non andava a partire dall’estate 2012, quando gli stipendi erogati dalla cooperativa Alis hanno cominciato ad arrivare in ritardo».
Dapprima si sono svolte una serie di comunicazioni tra lavoratori e la cooperativa, che aveva in gestione il servizio di pulizia e di assistenza ai bagnanti, per conto di Bluwater spa. Poi «il 28 novembre, tramite un foglio affisso nella bacheca del parco acquatico, i lavoratori venivano invitati a contattare il presidente della cooperativa New Service per fissare un appuntamento il giorno seguente».
Obiettivo: avere un colloquio per essere assunti in questa nuova coop, dal momento che la Alis aveva perso il contratto con Bluwater. «Il 29 novembre – prosegue il comunicato – ogni lavoratore si recava all’incontro con il titolare della cooperativa New Service, durante il quale veniva detto ai lavoratori che, per continuare a lavorare per la cooperativa New Service, avrebbero dovuto firmare dei documenti: alcuni dei quali decisamente illegali. Come la richiesta di rinuncia ai diritti sindacali, la riduzione «volontaria» dei contratti a 20 ore settimanali e il pagamento in nero degli straordinari ».
Lorenzo Merignati