A Meda stop ai massaggi cinesiRicorso del Comune, è guerra

Il Comune di Meda proprio non vuole il centro massaggi. E così, dopo che il Tar ha dato ragione ai titolari, autorizzando l'apertura, ha impugnato la sentenza del tribunale amministrativo regionale al Consiglio di Stato.
A Meda stop ai massaggi cinesiRicorso del Comune, è guerra

Meda – Il Comune non si arrende: previsto dall’area finanziaria il ricorso al Consiglio di Stato per l’annullamento dell’ordinanza del Tar sul ricorso presentato da Wei Hao s.a.s. Non si spegne la questione inerente al centro massaggi di via Beato Angelico la cui apertura è stata bloccata in un primo momento dal comune di Meda per una questione urbanistica di piano regolatore (secondo il quale, in questa zona possono insediarsi solo attività artigiane in senso stretto). Apertura poi “riabilitata” dallo stesso Tar che ha emesso un’ordinanza che permetteva all’azienda orientale di aprire il punto massaggi in questa zona.

E ora, è arrivata la determina del Comune che ha deciso di ricorrere al Consiglio di Stato per far sì che l’ordinanza dirigenziale che impediva ai cinesi di aprire il negozio possa tornare attiva: attualmente, fino a situazione sistemata, è sospesa dal tribunale amministrativo regionale. La causa è in mano, per il Comune, agli avvocati Ignazio Bonomi di Bergamo e Andrea Manzi di Roma, per una spesa complessiva di 10mila euro circa. Insomma, la questione va avanti e, anche se la motivazione del Comune è formalmente urbanistica, non è improbabile che uno dei capisaldi che hanno portato il dirigente della polizia locale a stilare e firmare un’ordinanza possa essere ricondotta alla paura che in questa tipologia di centri massaggi, gestiti da persone di origine cinese, si nascondano invece case di prostituzione: casi di questo tipo infatti non sono certo nuovi, soprattutto nel milanese dove le forze dell’ordine sono spesso interenute.

Con l’ordinanza del Tar del febbraio scorso, sono stati sospesi i seguenti atti: l’ordinanza dirigenziale, il parere dell’ufficio edilizia privata, la nota del dirigente della polizia locale, l’articolo 17 del vigente regolamento comunale per l’attività d’estetista ed è proprio contro queste sospensioni che ricorre il comune. Secondo quanto pubblicato dal Tribunale amministrativo, non ci dovevano essere ostacoli ulteriori all’apertura del centro.

«Il Tar – aveva detto Claudio Colombo, avvocato della società cinese – ha infatti affermato che alla luce delle norme nazionali di liberalizzazione, di recepimento della Direttiva Bolkestein , non sono più applicabili le disposizioni restrittive eventualmente contenute nei regolamenti locali, che ostacolano l’esercizio di attività imprenditoriali. Speriamo che, con questa decisione, non vi siano altri strascichi ». Bisognerà attendere il verdetto del Consiglio di Stato.
e.san.