In occasione della giornata mondiale dei prematuri, sabato 16 novembre dalle 9 alle 13 l’auditorium Pogliani dell’Irccs san Gerardo ospita il convegno “Voci dalla prematurità: famiglie e operatori sanitari a confronto”.
Ospedale di Monza: sabato in occasione della giornata mondiale un incontro a più voci
Un incontro a più voci per parlare di prematurità, un confronto tra famiglie e operatori sanitari sul tema del nascere pretermine. I professionisti della Terapia Intensiva Neonatale – TIN – della Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori invitano Monza e tutta la Brianza ad ascoltare le voci di neonatologi, infermieri, ostetriche, ma soprattutto le voci dei genitori e dei loro figli nati prematuri, che raccontano il loro viaggio nel mondo della Terapia Intensiva Neonatale.
L’incontro è promosso e realizzato dalla Neonatologia del San Gerardo con la collaborazione dall’associazione genitori “Intensivamente Insieme”.
Ospedale di Monza: in Italia 24mila nati prematuri all’anno
«Da più di dieci anni in tutto il mondo il 17 novembre si colora di viola per celebrare la Giornata mondiale della prematurità – spiegano i promotori dell’iniziativa – e ormai da dieci anni per tutta la settimana precedente questa data la neonatologia italiana si ferma a riflettere e cerca di sensibilizzare l’opinione pubblica su questa condizione che interessa ben il 10% di tutti i nati nel mondo».
In Italia ogni anno nascono 24.000 prematuri di cui 6000 “grandi prematuri” (nati da due a quattro mesi prima del compimento del termine della gravidanza), questi ultimi destinati tutti al ricovero in Terapia Intensiva Neonatale. Il ricovero in TIN può durare da 4 a 6 mesi.
Ospedale di Monza: «Ogni anno in Tin più di 50 bambini “grandi prematuri”»
«L’Irccs San Gerardo di Monza, con le sue due unità di Ostetricia e Neonatologia – sottolinea Maria Luisa Ventura, direttore della Struttura complessa di Neonatologia e TIN – è uno dei più importanti centri lombardi di riferimento per la Medicina Materno Fetale e la Terapia Intensiva Neonatale. La TIN di Monza ricovera ogni anno più di 50 bambini “grandi prematuri” e dal 2017 (prima e ancora quasi unica in Italia) lo fa in un ambiente dove ogni stanza di degenza è riservata a un solo paziente e può accogliere il neonato insieme alla sua mamma, giorno e notte, anche quando la prematurità è così grave da richiedere terapie e strumentazioni complesse. Il padre ha libero accesso alla stanza e la famiglia allargata può fare visita».