Serie A: Monza si merita il Monza? Dibattito sul “doppiofedismo” allo stadio

La città di Monza si merita una squadra in Serie A e la tifa? L'argomento del doppiofedismo è caldo e genera dibattito.
Lo striscione dei tifosi postato dall'Ac Monza sui social sabato 20 gennaio
Lo striscione dei tifosi postato dall’Ac Monza sui social sabato 20 gennaio

La città di Monza merita una squadra in Serie A? La vuole? La difende? La tifa? Domande dirette, senza fronzoli, che da tempo girano nei bar e sui social. A riaccendere la discussione è stato Matteo Delbue, monzese e corrispondente della Gazzetta dello Sport da tempo immemore. Uno di quelli che c’erano allo stadio in Serie D, c’erano durante i fallimenti e ci sono anche adesso in epoca Fininvest. Non è una questione di tempistiche, ma un modo per contestualizzare tematica e personalità.

Serie A: Monza si merita il Monza? La provocazione del giornalista Delbue

«Nel mio post – spiega riguardo la pubblicazione su Instagram – ho premesso che sarei stato impopolare e che chiaramente non mi riferivo allo zoccolo duro della Curva Pieri, sempre spettacolare. Ma sabato più che le cinque pappine mi hanno fatto male i boati dello Stadium ai gol interisti. Mi ha fatto male vedere monzesi battibeccare tra loro perché chi per 18 giornate indossa la sciarpa del Monza sabato aveva quella nerazzurra. Perché a Monza (e Brianza) non si riesce proprio a tifare la squadra della propria città (e del proprio territorio). Ora che siamo in Serie A dovrebbe essere scontato. E allora prima di fare il mercato invernale, penso sia necessario fare i monzesi».

Serie A: Monza si merita il Monza? La visione di Gaeta

Si è scatenata una ridda di commenti, centinaia. Perché l’argomento del doppiofedismo è caldo. Tra questi anche quello del giornalista, anche lui monzese, anche lui con un passato biancorosso di lunga data, Carlo Gaeta: «A Monza, vista la vicinanza con Milano, non si tifa Monza perché fin da piccoli si guardavano le grandi squadre “per vincere qualcosa”, come mi ha detto qualcuno, e poi si andava anche al Sada o al Brianteo. Si va a Milano per lavoro, per affari e per divertimento, a Monza in molti ci dormono e basta… Biasimare chi tifa altre squadre non ha senso ed è anche un po’ ipocrita. Nei miei esempi sono tornato provocatoriamente sino all’epoca di Sant’Ambrogio, ma non c’è bisogno di scavare così a fondo per trovare gli eventi che hanno orientato la città verso Milano. La Confcommercio, l’associazione degli industriali, una provincia durata un solo mandato, persino l’autodromo, tutto svenduto. Non scopriamo ora con meraviglia che il calcio ha fatto la stessa fine. Servirà un’intera generazione in Serie A per costruire un tifo di passione e non solo appassionato, servirà andare nelle scuole per 15 anni con i giocatori e non con gli astucci per far innamorare i bambini e magari portargli ingressi gratis per riempire i vuoti dello stadio».
Su una cosa, probabilmente, sono tutti d’accordo: fatto il Monza, è il momento di (ri)fare i monzesi.