È il momento più difficile dell’epoca Fininvest per il Monza: è ultimo nella classifica di Serie A ed è in vendita. Senza troppi segnali positivi né per la salvezza, né per la cessione.
Serie A, Monza: le operazioni e la situazione
Va che detto che gli americani di Gamco non sono mai usciti di scena in forma ufficiale e ci sarebbero anche altre interlocuzioni in corso. Ovviamente non si tratta di situazioni sviluppate e trattative avanzate, seppure gli interessamenti non manchino. L’ultimo posto in classifica e il fatto che il parco giocatori sia quasi completamente in scadenza naturalmente incide sulle valutazioni. La proprietà ha lasciato intendere di non aver perso interesse per la questione, almeno dal punto di vista economico. Perché un asset in Serie A ha un valore, mentre uno in qualsiasi altra categoria del calcio italiano ne ha un altro. Sicuramente in discesa.
Serie A, Monza: parla Fininvest
Un portavoce di Fininvest ha dichiarato che «la holding non ha mai smesso di investire nel Monza. I numeri parlano chiaro: dall’acquisizione ad oggi, abbiamo investito nel club all’incirca 300 milioni e, solo per questa stagione, sono previste immissioni di capitale per circa 40 milioni di euro. Questo è il segno più tangibile del nostro supporto e della nostra vicinanza alla squadra. Ora occorre concentrarsi sui risultati, per poter risalire in classifica».
I 40 milioni servono per la gestione ordinaria, non sono un rilancio sul mercato, anche se garantiscono operatività. Per gennaio è più facile pensare ad operazioni autofinanziate oppure prestiti poco onerosi. La corsa alla salvezza è compromessa, perché la squadra non ha praticamente mai girato da inizio stagione, ma è diventata critica soprattutto con le ultime cinque sconfitte consecutive.
Serie A, Monza: il paracadute della serie B
In Serie B logicamente cambierebbe tutto. Il paracadute, come viene comunemente indicato il contributo offerto dalla Lega alle squadre retrocesse, per un club che, come il Monza, ha trascorso almeno tre degli ultimi quattro anni in Serie A, vale 25 milioni, il 40% dei quali viene versato il giorno successivo alla disputa dell’ultima gara del campionato, mentre il restante 60% è invece saldato entro quindici giorni dalla disputa della prima partita ufficiale della nuova stagione, in questo caso di Serie B.
Si tratta di una cifra che contribuisce ai conti, ma di certo non può essere l’obiettivo di una gestione, anche perché non salva dalle perdite che una retrocessione comporta, considerata la nettissima diminuzione di diritti televisivi (da 35 a 3 milioni di euro) e dei proventi da stadio (si perdono le grandi tifoserie ospiti ed una quota di abbonamenti dei semplici appassionati) oltre che di marketing e sponsor. Insomma, la Cadetteria è tutt’altro che un buon affare, anche con il paracadute.
Dal punto di vista sportivo c’è anche il grande rischio di trovarsi travolti in zona salvezza anche al piano di sotto, perché rose senz’anima e voglia di combattere, seppur dotate tecnicamente, in passato sono scivolate velocemente in Serie C, quello sì, un baratro senza fine.