L’editoriale del direttore: fare sistema per le infrastrutture strategiche

Dopo l'affossamento della M2 nel Vimercatese da parte dell'amministrazione di Milano.
Cristiano Puglisi
Cristiano Puglisi

La vicenda del prolungamento verso la Brianza delle metropolitane milanesi corre ormai su due differenti binari: quello che si avvia alla concretizzazione per le due tratte (M1 e M5) che riguardano il capoluogo, da un lato; quello (che pare sempre di più un binario morto) dell’estensione della linea M2 verso il Vimercatese, dall’altro.

A recitare ciò che, al momento, sembra un de profundis per le speranze riposte nella “verde” (il cui bacino sarebbe ben più ampio rispetto ai soli residenti dell’area vimercatese, si pensi per esempio al Meratese) è stato il sindaco meneghino Giuseppe Sala, che ha escluso la tratta dai piani di finanziamento della sua amministrazione. Se questa dovesse essere la parola fine sarebbe un peccato mortale. Perché, se è vero che il principale problema infrastrutturale del nostro territorio è la carenza di connessioni lungo l’asse che va da Nord a Sud, non può essere certo qualche fermata limitata alla sola città di Monza a risolvere tutti i problemi. Servirà altro. Senza dimenticare la tranvia Milano-Limbiate nell’estremo Ovest brianteo, anch’essa interessata da ritardi nei lavori.

Per vincere queste sfide, tuttavia, è urgente che la politica brianzola si dimostri capace, come già accaduto, di fare davvero sistema, al di là degli steccati. In quel caso i risultati verranno. Altrimenti ogni speranza sarà (purtroppo) vana.