Spuntano nuovi dettagli sulla vicenda Digid e sul call center aperto e chiuso nel giro di poche settimane all’ex Ibm con 150 dipendenti sparsi in diverse parti d’Italia, che si sono trovati all’improvviso senza un’occupazione.
La Cgil chiede lumi sulla vicenda Digid e la cassa integrazione
In questa fase proprio la Cgil di Monza con Adriana Geppert sta seguendo la questione in prima linea. «Sono venuti da noi 15 lavoratori di questa società che sono rimasti senza occupazione. Se non bastasse la stessa azienda ha chiesto una cassa integrazione ordinaria per altri 33 dipendenti all’Inps di cui 7 proprio di Vimercate e avviato un processo di concordato preventivo al Tribunale di Roma. Per quest’ultimo aspetto bisognerà attendere 60 giorni per avere riscontro dai giudici» ha raccontato Geppert. La stessa sindacalista punta il dito contro Aria e Regione Lombardia perché:«è stato tolto l’appalto a Digid per il servizio informativo di call center per la Regione e ora a pagare sono i lavoratori come capita sempre. A nostro avviso sia Regione che Aria si devono prendere le loro responsabilità di fronte a questo caso».
La Cgil chiede lumi sulla vicenda Digid e il concordato preventivo
Inoltre gli ultimi dipendenti arrivati in via Kennedy il 28 dicembre 2023, si sono visti licenziati il 12 gennaio con la motivazione che non avevano superato il periodo di prova, anche se secondo i sindacati la ragione più probabile è che Aria aveva tolto l’incarico a Digid per inadempienze nell’erogazione del servizio e di conseguenza il personale non aveva più una funzione. Allo stesso tempo il servizio è stato temporaneamente riassegnato fino al 29 febbraio alla società Comdata già fornitrice di altri funzioni informative per Regione Lombardia.
La questione è tutt’altro che chiara e proprio i sindacati dopo il vertice con l’azienda del 5 febbraio attendono dei riscontri.