Caso St di Agrate, i sindacati: «Il Governo ci convochi»

Fim e Fiom: hanno avuto finanziamenti pubblici per crescere, adesso restringono il perimetro occupazionale.
La St di Agrate Brianza
La St di Agrate Brianza Michele Boni

«Non c’è trasparenza nei comportamenti, è urgente un incontro con il Governo». Sindacati e lavoratori in allarme per il futuro di St ad Agrate Brianza. Prosegue infatti la mobilitazione dei sindacati per chiedere chiarezza sul futuro della multinazionale. A preoccupare i possibili tagli al personale così come quelli a livelli di investimento e ricerca. Mercoledì 6 marzo Fim Cisl e Fiom Cgil hanno convocato un presidio all’esterno della sede agratese per fare il punto della situazione.

«St ha presentato un piano di tagli dopo aver preso un cospicuo finanziamento pubblico per ampliare proprio lo stabilimento di Agrate – ha spiegato Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom -. Abbiamo chiesto al Governo di convocarci perché non c’è trasparenza nei comportamenti. L’azienda è a partecipazione statale se il ministro Giorgetti non ci convoca tra qualche settimana organizzeremo la prima grande manifestazione dei lavoratori italiani di St».

Caso St di Agrate, i sindacati: prima i soldi pubblici, oggi i tagli

Tibaldi ha fatto anche il punto sulla paventata riduzione del personale: «A ora c’è stato detto che non procederanno unilateralmente ma che allo stesso tempo per tre persone che usciranno ne entrerà una – ha spiegato -. È inaccettabile che un’azienda restringa il perimetro occupazionale a fronte di finanziamenti pubblici. Il Governo ne deve rispondere. L’operazione di oggi parla più agli azionisti che al sistema industriale e si vuole recuperare denaro sui lavoratori e sulla comunità che ha messo soldi per ampliare uno stabilimento che in realtà si vuole stringere».

Presente anche Massimiliano Nobis, segretario nazionale Fim-Cisl: «A settembre 2023 il management diceva che lo sviluppo dell’azienda avrebbe portato a 20 miliardi di fatturato – ha spiegato -. Questo è stato sostenuto dall’amministratore delegato a maggio a Catania. Il 2024 si è chiuso invece con 13 miliardi di fatturato. Un’azienda come St non può perdere il passo con la concorrenza, soprattutto per quanto riguarda il settore di ricerca e sviluppo dove l’azienda di Agrate è sempre stata all’avanguardia. Oggi non è più così perché non ci sono più soldi nella ricerca. Noi siamo preoccupati perché per il 2025 non c’è una previsione di fatturato. Nell’ultimo incontro c’è stato detto che quella per il primo quarter, fino a marzo, è di 2 miliardi e 500mila euro. Moltiplicato per 4 è 10 e non si capisce come possa arrivare a 20. Sappiamo che il settore è in crisi ma per rimanere al passo con gli altri paesi bisogna investire su ricerca e sviluppo».