Sarà stato quel lago Maggiore dell’infanzia che faceva il paio con il bacino di Thau dove entrambi andavano a pescare. O quella sensibilità popolare che li avrebbe accompagnati per tutta la vita, così come il gusto per l’ironia sorniona. Sembravano destinati a incontrarsi, Nanni Svampa e Georges Brassens. E fu così: prima in musica, poi di persona, a Parigi, nel Bobino dove il francese si esibiva.
Il punto di partenza? Al servizio militare di Svampa, ricorda Lino Patruno, compagno di Gufi e di tante altre notti milanesi poi. Iniziata con una serata di riconciliazione tra il jazzman Patruno e l’allora fidanzata: «Al Capitan Kid, un locale di Milano: al tavolo con noi anche questo ragazzo che mi dice “sono stato a militare, siccome non facevo niente ho tradotto una dozzina di canzoni di Brassens”. Allora gli presento Nando Angelini e lui riesce a farsi dare i concerti». Eccoli lì, primi anni Sessanta: Svampa coinvolge direttamente Patruno, «ci offrono 8mila lire e ci dicono “può andare?” Ma “io vendo anche la nonna per 8mila lire” gli rispondo». E allora I Assassit e Canzon Per El Rotamatt, Poer Martin Pelanda Ti, L’Era On Bel Fior, L’Erba Matta, El Bamborin De La Miee D’On Ghisa tra le tante canzoni di Brassens portate in milanese – con una straordinaria intuizione – perché la lengua permetteva di rispettare la metrica del francese e, per indole, di rispecchiarne l’immaginario dell’originale.
Un pezzo, un pezzo soltanto dell’avventura di Nanni Svampa nel mondo dello spettacolo che Michele Sancisi ha ricostruito a cinque anni dalla scomparsa tra aneddoti, biografia, carte e immagini inedite ripescate nella “stanza del vescovo”, lo studio del cantante, per Sagoma editore di Vimercate.
«Ha fatto musica, teatro, sceneggiature, ha fatto mille cose e le ha fatte tutte con grande passione» annota l’autore che, nella tradizione della collana Bookstage pass dell’editore Carlo Amatetti, ha scelto anche di moltiplicare nel volume anche le voci di quanti lo hanno conosciuto per darne un ritratto diretto: Roberto Brivio e Patruno, Dina Svampa, Cochi Ponzoni, Carlo Tognoli, R Enzo Iacchetti, oltre ai contributi contributi originali di Paolo Rossi, Flavio Oreglio, del critico e musicologo Enrico de Angelis e del critico cinematografico Pierfranco Bianchetti.
«Ascendente cavedano in carpione, non digerisco i digestivi, sono un antifconformista, sto con la stessa moglie da più di quarant’anni. Mi stanno sulle balle gli imitatori, le majorettes, le insalate miste e i fuochi d’artificio. Sono ottimista per disperazione. L’importante è morire incazzati»: così si presentava Svampa nel documentario “Nanni 70” del 2009, al quale Sancisi ha collaborato. Ed era proprio così: il voyou di Brassens, diventato malnatt. Ma giusto per riderci su.
Il mondo di Nanni Svampa
Vita, morte e miracoli di un cantastorie
di Michele Sancisi
Con contributi di Paolo Rossi, Enrico De Angelis, Flavio Oreglio e con la discografia definitiva
2022, Sagoma editore (304 pagine, 22 euro)