«Qui mi sento trasportato in un’altra epoca, nel passato». Mantello nero e cappello a falda larga, Morgan venerdì primo dicembre, in serata, si aggirava per il chiostro del duomo. «Suonare l’organo nel passato è una cosa che ho sempre desiderato fare: la musica classica riporta nel passato. Ma un “passato” – spiega l’artista Marco Castoldi – che deve essere inteso nel senso di “sempre”. È musica che dura nel futuro».
Come quella di Johann Sebastian Bach: del compositore tedesco Morgan ha suonato due preludi e fughe per clavicembalo ben temperato su uno degli organi del duomo. L’ha fatto per un’occasione eccezionale: “L’anima nell’arte”, l’evento dedicato all’arte sacra contemporanea organizzato a chiusura delle iniziative promosse per il 70esimo compleanno del liceo artistico Preziosissimo Sangue. «Da ragazzo ho suonato in chiese povere, chiese di frati, dove non c’erano organi. Al Buon Pastore suonavo l’armonium a pedali: pedalando tanto, ho imparato la struttura della messa: perfetta. L’organo, diceva Schumann, è spietato, è impietoso: stasera – ha concluso Morgan venerdì – le mie piccole dita suonano sul quel grande organo».