Lissone diventa capitale del design Otto premi e nove mostre al museo

Nove inaugurazioni in un giorno per il Museo d’arte contemporanea di Lissone, in via Padania, che ha messo in agenda per sabato 14 dicembre altri fuochi d’artificio per chiudere l’anno. Con una regina, anzi un re: il Premio Lissone design di cui saranno proclamati i vincitori a partire dalle 18.
Il Museo d'arte contemporanea di Lissone
Il Museo d’arte contemporanea di Lissone Fabrizio Radaelli

Nove inaugurazioni in contemporanea per il Museo d’arte contemporanea di Lissone, in via Padania, che ha messo in agenda per sabato 14 dicembre altri fuochi d’artificio per chiudere il primo anno pieno di attività del suo nuovo direttore, Alberto Zanchetta.

Con una regina, anzi un re: il Premio Lissone design di cui saranno proclamati i vincitori a partire dalle 18. Quattro premi per ciascuna delle categorie stabilite dal regolamento, “Funzione del cibo” e “Rito del cibo” , cioè i primi tre classificati più una segnalazione Under 26, per un totale di otto premiati. «Nuove soluzioni intorno al tema del cibo capaci di trarre dal dibattito contemporaneo di Expo 2015 ipotesi e proposte in grado di generare stimolanti orizzonti immaginativi di progetto – dice la presentazione dell’evento internazionale -. Dal design per il “Rito del Cibo”, riguardante proposte legate alla cerimonia del cibo e alla socialità fino al design per la

“Funzione del Cibo”, inerente oggetti commestibili e idee legate all’alimentazione e al nutrimento individuale. Questa è la sfida lanciata lo scorso giugno dalla quarta edizione», che aveva per titolo e tema “ Design for Food Design to Feed”, a cura di Matteo Pirola e promossa dalla città di Lissone e dal Museo d’arte contemporanea: hanno partecipato di 93 designer provenienti da Italia, Cina, Bulgaria, Svizzera, Spagna, Romania, Filippine, Venezuela e Albania.

Premi e mostra, cioè una selezione delle migliori proposte arrivate in risposta al bando di Lissone, ma sarà solo una delle tante mostre aperte del museo per chiudere l’anno, che includono anche la (forse autoironica) riproposta di alcuni pezzi già presentati negli scorsi anni, i taglieri d’artista (sotto il titolo “De gustibus non est disputandum?”, rimarrà aperta fino al 26 gennaio) .

Ha un minimo comune denominatore tra arte e design anche la mostra “Stendardi d’artista”, un progetto con cui Mac e Comune intendono consolidare «la promozione e progettazione di manifestazioni artistiche in cui pubblico e privato si incontrano. L’iniziativa degli “stendardi d’artista” è un ulteriore tassello nella ricca e variegata proposta culturale che l’amministrazione sta svolgendo negli ultimi anni; il progetto, realizzato appositamente per la cittadina lissonese, vede il coinvolgimento di cinque artisti, ai quali è stato chiesto di progettare altrettante opere che saranno destinate all’arredo urbano della Piazza Libertà, a ridosso dello storico Palazzo Terragni».

Sempre di design, e architettura, parla “L’occultamento”, fotografie e documenti storici che raccontano la sedicesima Settimana Lissonese del 1973, quando «gli architetti Alberto Salvati e Alberto Tresoldi allestirono la mostra “Proposte critiche per 6 alloggi IACP” presso il Centro del Mobile di Lissone. Promuovendole ricerche per “la casa degli anni ’70”, l’esposizione si incentrava/interrogava sugli

spazi abitativi dell’edilizia pubblica. Tra gli arredamenti progettati appositamente per la mostra, destò molta attenzione la propostache Ugo La Pietra fece per le case Gescal. Tenendo fede al Sistema disequilibrante teorizzato in quegli anni, “L’Occultamento” di La Pietra metteva in crisi gli spazi codificati

e ne svelava usi percettivi e funzionali. Al progetto venne riconosciuto un premio da parte della città di Lissone, e sei anni più tardi valse all’autore il conferimento del Compasso d’Oro».

Chiude la rassegna “Readesign” che ha proposto nell’ultimo anno i classici del design e lo fa con Zig zag, la sedia di Gerrit Thomas Rietveld prodotta da Cassina, mentre al secondo piano del museo la mostra “Alchimia” celebra l’omonimo studio di design fondato nel 1976: l’occasione sono i settant’anni di Alessandro Guerriero e l’allestimento rievoca il “Mobile infinito” del 1981. E ancora la mostra “Cosa guardo quando osservo” in cui vengono presentatie le opere di alcuni artisti del dipartimento arti visive della Laba (Libera accademia di belle arti di Brescia), Elena Marzocchi, Anna Negretti, Nicolò Maggioni, Martina Brugnara, Elisa Rossetti e Camilla Zanini, e infine “Cartello n.20 – Gesto e materia”, due opere di Mario Schifano e Vasco Bendini in dialogo. Se non fosse abbastanza c’è anche “Una prospettiva radiante”, una mostra tematica realizzata attingendo al ricco patrimonio delle collezioni del Museo. Inaugurazione e mostre sono sempre a ingresso libero, in viale Padania 6.