“L’Enigma di Monza” è il titolo che l’intelligenza artificiale decide di dare al racconto che le viene chiesto di inventare: puoi creare una storia sulla città? Il cursore di ChatGpt tentenna giusto un attimo, poi inizia a scrivere. E racconta di Sofia, una giovane donna a conoscenza dell’enigma leggendario che si nasconde da qualche parte nel duomo, e che nessuno ha mai trovato né, evidentemente, risolto.
Ma in quella calda giornata estiva Sofia decide di entrare nella basilica (che l’intelligenza artificiale eleva a cattedrale) e di provare a scovarlo. ChatGpt, il sistema di chat evoluto basato su intelligenza artificiale e machine learning (apprendimento automatico) sviluppato da OpenAI specializzato nella conversazione con un utente umano che è stato reso pubblico nei primi giorni di novembre, attirando attenzioni da tutto il mondo.
Monza secondo ChatGpt: le risposte tra Villa e autodromo
Risposte sicure, pertinenti, certe, quelle che offre: così viene descritto. E anche piuttosto sincere, al netto di qualche errore, dal momento che ribadisce a ogni domanda in cui gli viene chiesto di “pensare o immaginare” che lui è soltanto una macchina, e non può formulare opinioni. E allora qualche domanda a cui possa rispondere, fatte dal Cittadino, immaginando che potesse farle qualcuno dall’altro capo del pianeta. Com’è Monza? La città celebre per il suo circuito e il suo Gran premio, risponde, e poi la città del Parco e della Villa reale che, però, ritiene siano stati costruiti dal Re d’Italia nel 19esimo secolo.
E poi, aggiunge, è una città ricca di cultura, storia, arte, con tante chiese, musei (insomma), mostre. Insomma, dice, per quanto più piccola di altre, è un’ottima destinazione per chi vuole provare un mix di esperienze, non è particolarmente cara, è facilmente raggiungibile, ha una popolazione molto orgogliosa del luogo in cui vive. Insomma: l’intelligenza artificiale creata nella Silicon Valley è un’ottima agenzia per il turismo di Monza e Brianza, se non fosse che, interpellata sull’attrattività del territorio, non si preoccupa troppo di annotare che “se per te non c’è abbastanza, c’è sempre Milano vicino”.
Monza secondo ChatGpt: le personalità sbagliate
Parola di robot che, se non vuole esprimere opinioni, non si risparmia quando si tratta di inventarsi qualche storia. Anche quando non dovrebbe, dal momento che alla richiesta di qualche personalità monzese mette in fila Enrico Ferrari, che sarebbe il nome dell’ex presidente Sias, confondendolo con Enzo Ferrari, il fondatore del Cavallino rampante, oppure ritenere che sia la città di nascita di Nino Bixio, chissà perché.
Ma nell’elenco dei monzesi illustri ci finiscono anche la cantante lirica (vissuta tra Ottocento e Novecento) Lina Cavalieri (“la donna più bella del mondo”, si diceva all’epoca, ma probabilmente Monza non l’ha mai vista) e persino Angelo Moratti, petroliere e proprietario dell’Inter, che per ChatGpt era invece un “grande supporter dell’Ac Monza”, con buona pace di Berlusconi.
Monza secondo ChatGpt: le leggende
Va bene, allora pura fantasia sia: c’è qualche leggenda, a Monza? ChatGpt inventa di sana pianta, ma in mondo suggestivo. Perché non c’è soltanto la leggenda dell’Enigma di Monza, il mistero nascosto del duomo cercato per secoli invano, che contiene un grande segreto. C’è anche la leggenda del Fantasma dell’autodromo, secondo la quale c’è uno spettro che infesta il circuito e “si dice che il fantasma sia lo spirito di un pilota morto in un incidente durante una gara molti anni fa. Alcune persone affermano di aver visto il fantasma sul circuito, di solito durante la notte o la mattina presto”.
Oppure la leggenda della Madonna Nera, che “racconta la storia di una misteriosa statua nera della Vergine Maria, che si dice sia nascosta in una delle chiese di Monza. Secondo la leggenda, la statua ha poteri miracolosi e molte persone credono che possa esaudire desideri e guarire i malati”.
Monza secondo ChatGpt: il segreto del duomo
E l’Enigma di Monza? “Sofia aveva sentito storie sull’enigma per tutta la vita e aveva sempre sognato di scoprirne i segreti. Così, ha deciso di visitare la cattedrale (sic) e vedere se riusciva a trovare qualche indizio. Alla fine, dopo ore di ricerca, trovò una porticina nascosta dietro uno degli affreschi. Aprì la porta e trovò una scala a chiocciola che scendeva nell’oscurità. Senza esitazione, Sofia scese le scale. In fondo, trovò una piccola stanza, e al centro del stanza, c’era una grande lapide di pietra. La tavoletta era ricoperta di strani simboli e scritte antiche. Sofia capì che questo doveva essere l’enigma. Eccitata e curiosa, iniziò a studiare la tavoletta, cercando di decifrarne il significato. Trascorse ore a studiare i simboli e la scrittura e, lentamente, i segreti dell’enigma cominciarono a rivelarsi a lei. La tavoletta raccontava la storia di una potente e antica civiltà che un tempo era fiorita nella regione. Raccontava dei loro successi, delle loro lotte e della loro ultima caduta. Sofia era stupita dalla profondità e dalla complessità dell’enigma e sapeva che questa scoperta avrebbe cambiato la sua vita per sempre”.