Uno spettacolo, sì, ma forse è meglio pensarlo come teatro civile. O forse una performance fatta di tante cose. Oppure chissà: un documentario dal vivo. Ecco, forse è così: un Doc live show, che mette un po’ tutto insieme per raccontare ai ragazzo che «le scelte che uomini potenti o umili finiscono per fare in nome del denaro, dimenticando etica e morale, giustizia e onestà̀ e guardando solo al proprio personale rendiconto», sono il motore permanente della violenza dell’uomo sull’uomo. E che il denaro è lo scomodo padre di genocidi e olocausti. Ieri come oggi.
Si può raccontare questo intervallando il racconto con chitarra elettrica e percussioni digitali e campionatori. Liberi Svincoli, l’associazione culturale, dice di sì. E lo fa con “L’oro in bocca”, lo spettacolo che il teatro Binario 7 di Monza presenta mercoledì 19 novembre ai ragazzi delle scuole in mattinata e a chiunque la sera (alle 21, biglietti a 15, 10 e 6 euro)
. Parla di indiani d’America, o meglio nativi americani, ed ebrei nella Shoah.Racconta che i
«genocidi hanno sempre e soprattutto una ragione economica, mascherata da motivazioni di razza, civiltà̀, giustizia» e che «il massacro dei nativi americani e la Shoah sono solo due esempi di come sia possibile guadagnare sugli esseri umani e le loro ricchezze».
Un argomento per ragazzi? Giorgia Mosca, produttrice e coordinatrice per l’associazione culturale che raccoglie professionisti del mondo dello spettacolo, non ci sono dubbi. «Lo abbiamo già fatto a Cremona e il risultato è che la scelta di presentare gli argomenti in modo trasversale, con i video, le voci narranti, la chitarra elettrica e le percussioni speciali dal vivo, porta i ragazzi a leggere questi temi nell’attualità». Che vuol dire attualizzare due temi apparentemente lontani, la conquista del West che letta dall’altra parte è il genocidio dei nativi americani e la Shoah, lo sterminio degli ebrei programmato dai nazisti. «Che c’entrano molto l’uno con l’altro perché lo spettacolo parla di denaro. E di come muova il mondo, nel bene o nel male. Sempre». Tutto è nato da un viaggio lungo gli Stati uniti di Cristina Maurelli, autrice e regista con Carlo Concina. Che ha visto da vicino le comunità degli indiani d’America e ne ha ricostruito la storia. Scoprendo che dietro il loro destino si sono mossi meccanismi economici non poi così diversi da quelli che hanno innescato l’Olocausto europeo. «E comprendendo che tutti gli olocausti hanno una spiegazione comune». Il denaro.«Proprio mentre il testo stava per essere depositato l’Audi ha dichiarato al mondo che durante il nazismo ha costruito auto del lavoro delle persone confinate nei campi di concentramento nazisti».
«E anche oggi è il denaro che favorisce le azioni efferate di Stati, dittatori, aziende o anche semplici cittadini con la giustificazione di ideologie o convinzioni personali. Perché la nostra economia ha sempre avuto bisogno di schiavi e anche ora sa come trovarli» dice la presentazione dello spettacolo che porta in scena gli attori Daniele Crasti e Deborah Morese come narratori, poi la musica di Diego Capelli e Francesco Pederzani e «un video-monolite nel quale un VJ manda immagini e filmati». Lo spettacolo ha anche un sottotitolo. “L’oro in bocca”, dice: è “il denaro insanguinato”.