Bruno, alto, snello e assassino: chi era davvero il “conte Egidio”

Domenica 9 novembre alle 16.30 al Binario 7 lo spettacolo che ricostruisce la storia di Gian Paolo Osio nella Monza di fine Cinquecento.
Mosé Bianchi, Il Conte Egidio, 1867 circa, olio su tela: una delle opere in mostra a Lissone
Mosé Bianchi, Il Conte Egidio, 1867 circa, olio su tela: una delle opere in mostra a Lissone

Sarà proposto in prima nazionale domenica 9 novembre alle 16.30 nella sala Picasso del Binario 7 lo spettacolo “A lui la sventurata rispose. La vera storia di Gian Paolo Osio: la vita, la famiglia, le vicende e i misfatti” proposto dall’associazione Mnemosyne nell’ambito della rassegna organizzata insieme ad Amici dei musei, Amici della musica, Club Unesco per Monza, La Casa della poesia, Lions club Monza, Monza regale in collaborazione con il Comune di Monza per fare conoscere Marianna De Leyva a 450 anni dalla sua nascita.

Il conte Egidio, cioè Gian Paolo Osio di Monza

«La storia della monaca è nota più o meno a tutti – esordisce il presidente di Mnemosyne Ettore Radicema la figura del suo amante non è così conosciuta. Per questo avevo già preparato un testo che fu rappresentato una decina di anni fa. Ora ho rielaborato la drammaturgia con l’aggiunta di nuovi interpreti».

Alla base della stesura c’è un’attenta ricerca storica. Radice ha consultato documenti dell’Archivio di Stato di Milano e dell’Archivio storico comunale di Monza, ha preso spunto da notizie tratte dalle cronache di Giuseppe Ripamonti (autore di Historiae Patriae, un attento affresco della società lombarda durante la dominazione spagnola, da cui Manzoni trasse ispirazione per i Promessi sposi) e dagli atti del processo a suor Virginia Maria de Leyva. Alle parole si abbinano musiche e coreografie per meglio raccontare la vita, le origini, le vicende della famiglia e i fatti che videro coinvolto Osio.

L’Egidio manzoniano, che in realtà si chiamava Gian Paolo, apparteneva a un’antica e nobile casata monzese, da cui discende il generale conte Egidio Osio, precettore di Vittorio Emanuele III e poi comandante della Divisione Militare di Milano, a cui è dedicata una via del centro storico.

Gian Paolo Osio e la violenza di famiglia nella Monza del tardo Cinquecento

Il palazzo della famiglia Osio confinava con le mura del convento di Santa Margherita di Monza. Il padre Paolo e il fratello maggiore Cesare erano molto noti a Monza per le loro ribalderie e i numerosi ferimenti. Anche il fratello minore Teodoro ucciderà lo zio per affrettare l’eredità.

Gian Paolo aveva 25 anni, quando vide per la prima volta suor Virginia Maria nell’estate 1597. Ripamonti lo descrive “bruno, alto, snello, d’una eleganza innata, anche se qualche volta mal vestito e trascurato, dotato di quella specie di fascinoso prestigio che deve agli esercizi fisici, come la scherma, la danza e l’andare a cavallo”.

Le voci narranti sono di Guido Garlati, Ila Maltese, Silvia Messa. Le musiche di Elena Maiullari. Partecipano il soprano Camilla Vandelli e il danzatore Akos Barat. L’ingresso è a offerta libera con prenotazione obbligatoria all’indirizzo mail: eventi.mnemosyne@libero.it o whatsapp 347 8304599.