Prima ci sono stati i collezionisti del secondo Ottocento, ma il punto di svolta arriva nel 1955 e arriva proprio a Milano: a Palazzo reale Massimo Pallottino cura la “Mostra dell’Arte e della Civiltà Etrusca” e da quel momento in poi una delle più grandi civiltà antiche viene nuovamente cercate, studiata, archiviata. Passando da scavi e indagini che si risolvono alla fine del secolo successivo nel ritorno del collezionismo privato.
Quello della famiglia Rovati di Monza, per esempio, che torna a proporre i propri tesori attraverso la Fondazione Luigi Rovati in un progetto costruito con il Civico museo archeologico di Milano e in collaborazione con la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per la Città metropolitana di Milano.
“Il viaggio della Chimera – Gli Etruschi a Milano tra archeologia e collezionismo” è il titolo della mostra aperta fino al 12 maggio negli spazi del Civico museo in corso Magenta 15, nella prospettiva dell’apertura del Museo Etrusco che la Fondazione Luigi Rovati sta realizzando in corso Venezia 52 a Milano.
“La centralità della mostra del 1955 è qui sottolineata dalla presenza di reperti di grande importanza che furono esposti a Palazzo reale, quali il busto femminile del VII secolo avanti Cristo proveniente dal Tumulo della Pietrera, conservata nel Museo Archeologico Nazionale di Firenze, considerata la più antica statua etrusca“ ricordano gli organizzatori, che a quella stessa mostra hanno dedicato una delle cinque sezioni, anticipata dal collezionismo a cavallo dei due secoli e seguita da “Le università di Milano e le ricerche archeologiche: le prospezioni Lerici, gli scavi a Tarquinia, Capua e Populonia”: qui con continua il tema del mondo animale, “con le sue creature reali e fantastiche che popolavano l’immaginario che il defunto incontrava nel suo viaggio ultraterreno.
Il vaso con raffigurazione della Chimera – che dà il titolo alla mostra – proveniente dal Civico museo archeologico di Milano è affiancato ai materiali pertinenti ai corredi delle tombe scavate dalla Fondazione Lerici e ora in deposito presso lo stesso Museo, che diede avvio a un nuovo capitolo dell’archeologia etrusca applicando metodi di indagine geofisica alla ricerca archeologica, in particolare nelle necropoli di Cerveteri”.
Il nuovo interesse proseguì poi con le campagne dell’università milanesi a Capua, Populonia e a Tarquinia “di cui è esposto in mostra l’eccezionale deposito rinvenuto sulla Civita”.
“Il viaggio della Chimera” (catalogo Johan&Levi, 2018, 360 pagine, 35 euro) ripercorre anche i rapporti tra Etruschi e Lombardia, in particolare il piccolo nucleo di materiali scoperto a Forcello di Bagnolo San Vito (Mantova), “il principale abitato etrusco-padano a nord del Po, risalente al VI-V secolo avanti Cristo. “I contatti tra Etruschi e comunità indigene non furono solo commerciali – ricordano gli organizzatori della mostra – ma anche culturali come testimonia l’adozione dell’alfabeto etrusco da parte dei gruppi locali, pur modificato nelle varianti regionali”.
Il percorso si chiude con l’anteprima di una una piccola selezione di reperti della Fondazione Luigi Rovati, che confluiranno nel Museo Etrusco: testimonianze di scrittura etrusca come la paletta di bronzo con una dedica a Selvans, divinità dei boschi, dei terreni e anche dei confini, ma anche oreficerie e oggetti di alto artigianato.
«È motivo di soddisfazione avere instaurato con il Civico museo archeologico e la Soprintendenza per la Città Metropolitana di Milano una proficua collaborazione – ha detto Lucio Rovati, presidente della Fondazione nata a Monza – che ha portato alla realizzazione di questa esposizione, per noi prima importante tappa nel percorso che porterà all’apertura del nuovo Museo Etrusco di Milano».
Il viaggio della Chimera
Civico museo archeologico
Corso Magenta 15
Milano
Da martedì a domenica 9 – 17.30 (ultimo ingresso ore 16.30)
Ingresso 5 euro; ridotto 3 euro; gratuito minori di 18 anni. Ingresso gratuito il primo e il terzo martedì del mese dalle 14.