Melania Mazzucco, Domenico Starnone, Michele Mari, Wu Ming e Pino Cacucci, Andrea Vitali e Mario Calabresi: nel passato di “Bruma” c’è gran parte della letteratura italiana contemporanea. Ma quest’anno ha voluto fare un passo più in là, il festival letterario che per il decimo anno trova casa a Brugherio: aprire le porte al mondo.
A partire dall’Europa, quella di Amélie Nothomb prima e di Tim Parks poi: come dire Bruxelles e Londra, il cuore dell’Europa stessa e la nazione della Brexit.
Ma non si parla di politica, dalle parti della rassegna diretta dalla giornalista e scrittrice Camilla Corsellini e promossa dall’assessorato alla Cultura e dalla biblioteca civica di Brugherio: quello, da dieci anni a questa parte, è uno spazio dedicato alla letteratura con la formula (recente) della monografia: una serata dedicata a singoli autori per radiografare la loro produzione e il loro mondo.
«Perché si tratta di autori-mondo» osserva Corsellini: scrittori dallo scaffale lungo di cui raccontare tanto, molto, qualche volta troppo perché hanno una bibliografia sterminata e hanno già inciso a fondo nel panorama della letteratura italiana. «Volevamo fare un salto di qualità – aggiunge la direttrice – e siamo riusciti a organizzare due occasioni eccezionali per incontrare questi autori in provincia».
Con una carta sul tavolo fondamentale: Nothomb arriva a Brugherio mercoledì 22 febbraio, alla biblioteca di palazzo Ghirlanda (via Italia, dalle 21) per presentare in anteprima nazionale il suo ultimo libro “Riccardin dal ciuffo” (Voland). «Quello che vogliamo offrire al pubblico è il cantiere letterario – ricorda Corsellini – le tecniche di scrittura, l’approccio dell’autore. Per Amélie Nothomb, a partire dall’inizio, da “L’igiene dell’assassino” per ripercorrere la sua carriera, parlando per macrotemi: la bellezza, il Giappone, il lavoro, le aree su cui torna di frequente, come il corpo e l’ossessione della fisicità».
Nothomb è una delle autrici più eterodosse e amate dai lettori italiani: belga per nascita e cresciuta in Belgio, oggi a cavallo tra Bruxelles e la Francia, ha da sempre un rapporto stretto con l’Italia. Scrive per necessità quotidiana e lo fa su quaderni di appunti da cui poi, sistematicamente, pesca le storie da pubblicare. Con un senso tagliente dell’ironia e una ferocia rara.
Il primo marzo sarà poi la volta di Tim Parks, inglese adottato e adottante l’Italia («sarà una occasione speciale di guardarsi attraverso i suoi racconti»), ma ci sarà tempo per parlarne: intanto resta il respiro nuovo di Bruma che da Brugherio diventa internazionale.
Nessun bisogno di crescere anche per il festival? «Per assurdo l’abbiamo ridotto: dopo tanti autori l’edizione 2017 presenta due autori ma internazionali. Ci siamo concentrati su due figure perché credo sia appagante andare a fondo nelle loro bibliografie» commenta la direttrice, che non nega che sì, la voglia di fare di più c’è: «Eccome. Ma servono altri mezzi, nel caso. E non possiamo che ringraziare il Comune di Brugherio e la biblioteca per essere stati capaci di dare continuità a questo progetto nel corso degli ultimi dieci anni: è un atto di generosità nei nostri confronti».
Una generosità che intanto porta a Brugherio, da mercoledì, il respiro dell’Europa: «Amélie Nothomb è una voce autorevolissima, che in Italia ha un pubblico adorante, è un’icona». Un’icona che va sotto il titolo di “scrivere è una magia”, una frase tratta da una sua intervista, in cui dice che il compito della scrittura non è offrire un lieto fine: è offrire un dubbio, mettere in discussione la realtà.
Riccardin dal ciuffo
Amélie Nothomb
Traduzione di Isabella Mattazzi
Voland editore, 2017, 128 pagine, 15 euro