Sono arrivate a Monza in una decina di container direttamente dalla regione di Jiazhou. Le più imponenti sono state montate nelle scorse settimane direttamente sulla grande area di viale Stucchi. Certo non passano inosservate le trenta lanterne cinesi, protagoniste del “Lantern Chinese festival”, il festival delle lanterne rosse che si inaugura mercoledì 30 settembre e fino al 31 gennaio porta un po’ di Cina in città.
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Nell’area è stato realizzato anche un teatro che ospita ogni giorno (apertura dalle 18 alle 22, nel fine settimana e festivi dalle 16 alle 23) spettacoli della tradizione cinese: dalle danze al mangiafuoco, dalla musica al trasformismo. Il biglietto di ingresso costa 14 euro, gratuito per i bambini sotto i tre anni. Biglietto per famiglie (2 adulti e due bambini) 8 euro a persona, un adulto e un bambino 9 euro a testa (vai al sito ufficiale).
Un piccolo assaggio del festival si è avuto già alla fine di agosto quando le prime lanterne in seta colorata sono state accese nelle serre di Villa Reale per la cerimonia inaugurale.
Ci sono panda, arcobaleni, maschere teatrali e dragoni, mostri e pagode, divertenti o inquietanti, sono l’esempio di una cultura millenaria tutta da scoprire.
Quella della fabbricazione di lanterne è infatti un’arte dalla lunga storia: oltre tre millenni fa la dinastia Zhou ne favorisce uno sviluppo vigoroso, che raggiunge il culmine sotto il regno degli Han, più di duemila anni fa. La Dinastia Tang, risalente a 1397 anni fa, aumenta la produzione di lanterne utilizzate principalmente durante i festeggiamenti per il capodanno. 1055 anni fa ulteriore impulso allo sviluppo dell’arte viene conferito anche dal parte della dinastia Song.
Il festival è stato voluto da un gruppo di imprenditori cinesi guidati da Zhu Yuhua, presidente del padiglione China Corporate di Expo e presidente dell’associazione Cina Italia di Shangai , con la collaborazione di Confartigianato Monza e brianza e del comune che, nei mesi scorsi, ha firmato un accordo con l’associazione per favorire scambi commerciali e culturali.
«Il festival vuole essere un momento di scambio culturale tra i nostri paesi – ha spiegato Zhu Yuhua- :da Marco Polo in poi i contatti tra Italia e Cina sono stati frequenti tanto c e le nostre maschere teatrali tanto somigliano alle vostre maschere veneziane».
Nella grande area di viale Stucchi spicca un immenso dragone di 60 metri, una torre-pagoda di 18 metri d’altezza e in omaggio all’Italia perfino la riproduzione della torre di Pisa e una slitta di Babbo Natale.
«L’evento – spiega Francesco Cerelli, presidente di Lanterne Rosse – vuole essere un prolungamento di Expo , per questo ci sono ristoranti che offrono cucina cinese, italiana, ma anche internazionale».
Confartigianato e Camera di Commercio hanno pensato al festival come ad una vetrina importante per l’imprenditoria e l’artigianato locale e sono a disposizione degli spazi commerciali per promuovere la propria attività, oltre a luoghi di incontro per meeting d’affari.
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