A Monza i “Painting Walls” di Banksy: al Serrone la mostra non autorizzata

Il più imprendibile degli street artist arriva a Monza con una mostra annunciata a partire dal 30 giugno: "An Unauthorized Exhibition" di Banksy.
Banksy
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Non è ancora pronto il sito web (pur registrato) e non c’è traccia dell’hashtag sui social (per quanto annunciati) eppure eccolo lì: il più imprendibile degli street artist arriva a Monza con una mostra annunciata a partire dal 30 giugno. No: nemmeno questa è autorizzata dall’artista inglese che mai (salvo pochissime e rarissime eccezioni) ha messo la firma sulle esposizioni che hanno portato il suo nome. Ma, mistero per mistero, impossibile proibire che altri prendano le sue opere e ne facciano mostre.

A Monza i “Painting Walls” di Banksy: tre porzioni di muro “per la prima volta” in città

D’altra parte, quella di Monza, lo dice esplicitamente: “An Unauthorized Exhibition”, in mostra al Serrone fino al 4 novembre. Sono “Painting Walls”, muri dipinti, una mezza verità dal momento che Banksy utilizza soprattutto gli  stencil, che non sono esattamente dipingere. Ma tant’è: alla ribattezzata Orangerie, che pure sempre il Serrone è, arrivano “per la prima volta”, dicono gli organizzatori, “tre porzioni di muro” realizzati da Banksy nel 2009, nel 2010 e nel 2018, creati a Londra, nel Devon e nel Galles. E appartenenti a collezioni private. 

Protagonisti di questi tre lavori sono tre adolescenti, rappresentanti di una nuova generazione che sembra essere da sempre la più sensibile alle tematiche intorno alle quali si muovono gli interessi dell’artista inglese, come la situazione climatica, le disuguaglianze sociali, i migranti, le guerre e i diritti dei popoli“.

A Monza i “Painting Walls” di Banksy: le opere

C’è  “Season’s Greetings”, apparso a Port Talbot, in Galles, nel dicembre 2018, scrivono gli organizzatori, “scelto come immagine della mostra. Si tratta di un’ampia porzione di muro su cui Banksy ha dipinto un ragazzino con le braccia spalancate e la lingua tesa fuori dalla bocca per assaporare i fiocchi di neve che cadono dal cielo. Fiocchi che, però, si scoprono essere cenere che si leva da un bidone della spazzatura in fiamme. Port Talbot è stata definita dall’OMS la città più inquinata del Regno Unito”. 

Al Monza anche altri due interventi rimossi dalla loro collocazione (e mai esposti prima in Italia, naturalmente): “Heart Boy” e “Robot/Computer Boy”: la mostra viene arricchita da alcuni pezzi unici non meglio identificati e da “nel complesso, più di settanta opere originali“, si legge nella presentazione. “Gli spettatori potranno addentrarsi nell’immaginario artistico di un autore che ormai da oltre un ventennio attraversa la scena culturale mondiale e che anche negli attuali scenari di guerra è intervenuto con i suoi messaggi artistici, mostrando ancora una volta la sua capacità di stare in mezzo al presente“.

A Monza i “Painting Walls” di Banksy: il lavoro dell’artista

Il punto è che Banksy ha realizzato un numero minimo di mostre personali, senza mai annunciarle e organizzarle in forma commerciale, mentre tante operatori hanno usato le sue opere per farne progetti espositivi non autorizzati, come quella monzese, ultima di tante che hanno attraversato l’Italia e l’Europa negli ultimi anni. 

«Questa mostra intende riflettere sul come e il perché le opere di Banksy, originariamente inscrivibili all’interno del movimento della street art e quindi accessibili a tutti, vengano oggi estraniate dal contesto urbano e sacralizzate come oggetti d’arte di nicchia – ha detto Sabina de Gregori, storica dell’arte e curatrice della mostra – Come sostengono Jonathan Z. Smith, Durkheim e altri studiosi, la qualità di un oggetto sacro ha quasi sempre a che fare con la separazione fisica dell’oggetto stesso dal suo contesto di provenienza, e questa è la sorte che tocca alle opere dell’artista di Bristol: vengono spesso recintate, sui loro muri, oltre una teca, protette e musealizzate, con tanto di targa, diventando estranee al contesto cittadino nel quale sono inserite. In questo senso, il mercato dell’arte agisce come trasformatore di una forma artistica pensata per essere democratica e “di tutti”, la street art, in qualcosa di privatizzato e valorizzato economicamente. Questo processo getta la figura di Banksy in un limbo: da un lato è ancora visto come uno street artist, ma dall’altro è il suo esatto contrario: le sue opere sono escluse dal dialogo e dalla critica della sua comunità di riferimento (quella dei writers), diventando intoccabili e sacre. Questa mostra vuole evidenziare alla massima potenza questo processo sacralizzante, per mostrare come ormai l’arte di Banksy sia inscindibile dalla performance mediatica e museale che coinvolge le sue opere». 

A Monza i “Painting Walls” di Banksy: dove e quando

La mostra è stata prodotta da Metamorfosi Eventi, in partnership con SM.Art e WeAreBeside e  in collaborazione con il Consorzio Villa Reale e Parco di Monza, con il patrocinio del Comune di Monza. Dopo l’inaugurazione, sarà visitabile fino al 10 settembre da mercoledì a venerdì 14-20,  sabato-domenica: 10-20. Si entra con 14 euro a biglietto intero, 12 a biglietto ridotto per disabili, gruppi oltre 15 persone, under 26, over 65;  10 euro presentando il biglietto della visita alla Villa reale.