Monza, Rodin e Canova al Serrone L’arte racconta “Amore e Psiche”

Dal 24 gennaio al 4 maggio al Serrone della Villa reale di Monza la mostra “Amore e Psiche” con reperti archeologici greci e romani, opere di Canova, Tintoretto, Rodin, Dalì e Tiepolo. Organizza la fondazione Dnart in collaborazione con il Consorzio Villa reale e il sostegno del Comune.
Giovanni Cappelli, Psiche abbandonata (marmo, 1846, Galleria Estense, Modena)

“La favola dell’anima”, la chiamano, quella di Amore e Psiche, uno dei miti più frequentati dalla letteratura e dalle arti: a loro è dedicata la mostra che dal Palazzo Tè di Mantova si sposta a Monza a partire dal 24 gennaio (inaugurazione il 23) per restarci fino al 4 maggio.

Sarà il Serrone della Villa reale ad accogliere sculture antiche e opere di Tiepolo, Tintoretto, Auguste Rodin, Salvador Dalì per raccontare l’amore descritto da Apuleio nelle Metamorfosi. «La tappa monzese permetterà il confronto con la Rotonda dell’Appiani, edificio realizzato da Giuseppe Piermarini nel complesso della Villa Reale che conserva all’interno gli affreschi di Andrea Appiani del 1791 che rappresentano proprio i vari episodi della favola narrata ne L’asino d’oro di Apuleio» annuncia la Fondazione Dnart, che organizza la mostra in collaborazione con il Consorzio Villa reale e il sostegno del Comune di Monza.

Nell’allestimento curata da Elena Fontanella «reperti archeologici della Magna Grecia e dell’età imperiale romana, provenienti dal Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, dal Museo Archeologico Nazionale di Venezia, dalla Pinacoteca Civica di Teramo e da altri importanti Musei, Istituzioni pubbliche e private», cui si aggiungono tra gli altri – oltre a Tiepolo, Tintoretto, Rodin e Dalì -Palma il Vecchio, Lucio Fontana, Tamara de Lempicka.

«Una particolare attenzione va posta sul simbolo della mostra – aggiungono gli organizzatori – il gesso di “Amore e Psiche” di Antonio Canova, di proprietà della Veneto Banca, che costituisce il modello per la realizzazione delle note sculture conservate al Louvre di Parigi e all’Hermitage di San Pietroburgo. L’opera rappresenta una riflessione filosofica sul concetto di anima espresso dalla farfalla che Psiche appoggia sulle mani di Amore; il modellato ricorda l’idealità formale delle sculture antiche che Canova riesce a rendere moderne nell’ideazione e nell’iconografia».

Un’occasione anche per scoprire la rotonda della Villa reale affrescata da Andrea Appiani nel 1791, in occasione del ventennale di nozze degli Arciduchi d’Asburgo. «È su consiglio del letterato milanese Giuseppe Parini che l’Appiani affrontò il tema mitologico di Amore e Psiche per gli affreschi della Rotonda. Le pitture sono collocate in posizioni diversificate per meglio comprendere la favola tratta dall’Asino d’oro di Apuleio: quattro dipinti curvi, di forma rettangolare, posti sopra le finte porte che scandiscono la circolarità della struttura».

«Si tratta di un ottimo biglietto da visita per la città e per la Villa reale – ha detto il sindaco di Monza, Roberto Scanagatti – in vista della fine degli importanti lavori di restauro e di Expo 2015». La mostra è accompagnata da un volume Bompiani, a cura di Elena Fontanella (360 pagine, 35 euro). Il Serrone della Villa reale è in viale Brianza 1, la mostra è aperta da martedì a domenica (10 – 20). Biglietti a 10 euro (intero), 8 euro (ridotti) e 5 euro (scuole).