“Il problema maggiore – ha spiegato l’architetto Rossella Moioli, referente del progetto – è sicuramente a Santa Maria Assunta di Ruginello: stiamo terminando il monitoraggio strutturale per capire quanto sia urgente un intervento di restauro e, d’altra parte, è necessario il salvataggio e il recupero degli affreschi dal grande valore artistico”. Il progetto di conservazione del patrimonio architettonico della Comunità pastorale della Beata Vergine del Rosario di Vimercate e Burago è partito circa un anno fa, ma il primo campanello di allarme per una maggiore attenzione agli edifici religiosi si rintraccia nel 2006, quando i fedeli hanno manifestato la propria preoccupazione proprio per l’Assunta di Ruginello e quando i primi interventi di restauro erano stati avviati in collaborazione con il Politecnico. “Le altre due campagne diagnostiche approfondite – ha proseguito Moioli – sono avvenute al Santuario Beata Vergine del Rosario, dove è stato effettuato il risanamento della parete nord, e a Santo Stefano, che mostra i segni di un’anomala presenza di umidità”.
L’impegno economico che gli interventi di restauro sulle strutture richiederebbe non è ancora noto. Infatti, solo “tra ottobre e novembre completeremo le analisi e rendiconteremo a Fondazione Cariplo”, ha spiegato Moioli. Ciò che è già certo, tuttavia, è che di risorse disponibili per affrontare lavori importanti non ce ne sono: “Il progetto in corso è meraviglioso – ha detto don Mirko Bellora, responsabile della Comunità pastorale – Ma per mettere in pratica i progetti che verranno suggeriti servono soldi che purtroppo, ora, non ci sono”.
Il progetto “Le nostre 12 chiese”, patrocinato dalla Comunità pastorale, dal Comune di Vimercate e, per 228mila euro, da Fondazione Cariplo, è in direttura d’arrivo: con ottobre si è giunti alla fase di comunicazione di quanto è stato finora raccolto. Moioli ha raccontato che “il nostro compito era, per ciascuna chiesa, creare un corpus sistematizzato di conoscenze che, partendo dall’analisi della struttura, dei materiali, dell’ambiente e della storia, restituisse l’attuale condizione dell’immobile e fornisse un quadro di riferimento per la conservazione e la valorizzazione dei beni di ogni parrocchia”. E così, l’ultimo passo dell’èquipe sarà quello di confezionare un Piano di conservazione degli edifici, vale a dire un elenco di attività che vadano dai controlli alle pulizie necessarie, dalle attività manutentive ordinarie a interventi di restauro maggiormente impegnativi. Un Piano che sia il punto di riferimento per cominciare a programmare gli interventi necessari in futuro e che costituisca la base per andare a caccia di bandi e fondi che finanzino i lavori.
Oltre a quella scientifica (con pubblicazioni settoriali), un fronte fondamentale della comunicazione sarà quello rivolto alla comunità e a quanti, quotidianamente, si occupano delle strutture parrocchiali (“sono stati guide fondamentali per lo studio dei mesi passati” ha detto Moioli). A breve verranno organizzati incontri pubblici, mentre la pagina Facebook dedicata al progetto già mostra interessanti scatti delle chiese.