L’elenco dei papabili alla successione di Francesco che rimbalza dai quotidiani alle televisioni è compilato «per esclusione» dai vaticanisti che tentano di individuare i fili dei pensieri che potrebbero ispirare i cardinali durante il conclave.
Ne è convinto il giornalista e scrittore brugherese Claudio Pollastri che sabato 28 ha seguito i funerali di papa Bergoglio per conto della rivista Studi Cattolici: «Per gli addetti ai lavori – afferma – non è facile comprendere con quale logica si muoveranno i cardinali che, per la gran parte, non si conoscono. C’è chi ipotizza che il nuovo pont<efice possa venire dall’Asia in quanto Francesco guardava con attenzione a quel continente che considerava un serbatoio di vocazioni, chi punta sul carmelitano svedese Anders Arborelius in quanto era suo amico e chi, sempre per esclusione, sugli italiani Matteo Zuppi, Pietro Parolin e Pierbattista Pizzaballa».
Verso il Conclave: Claudio Pollastri, papa Francesco e Pizzaballa
Nessuno, inoltre, è in grado di prevedere quale ruolo giocheranno i vescovi americani ma tutti concordano nel pronosticare che il conclave sarà breve in quanto da qui al 7 maggio i prelati dovrebbero avere il tempo per stringere le alleanze indispensabili a eleggere il pontefice. «Ho avuto l’impressione che domenica davanti agli adolescenti Parolin parlasse già da papa – commenta Pollastri – e glielo ho scritto in un messaggio». Nel clima di attesa pregno non solo di spiritualità non mancano i momenti leggeri: «Tutti i giornalisti della mia età – racconta il brugherese – chiedono a Pizzaballa se ha la figurina introvabile del suo omonimo, portiere dell’Atalanta negli anni Sessanta» che potrebbe essere un suo lontano cugino.
Il giornalista che nei prossimi giorni intervisterà gli arcivescovi di alcune grandi città, tra cui Parigi, escluse come Milano dal conclave, ripercorre le emozioni vissute sabato: «Abbiamo realmente partecipato a due funerali molto diversi – riflette – quello in piazza San Pietro e quello, più intimo, in Santa Maria Maggiore. Proprio lì si è capito che il clima in Vaticano è già cambiato: i senza dimora, i migranti, le persone transgender e i detenuti in permesso che, come Bergoglio ha voluto, erano sul sagrato sono rimasti confinati in un angolo. L’auto con il feretro non si è nemmeno avvicinata a loro: è tornato a prevalere il protocollo e gli ultimi sono tornati a essere ultimi e non primi».
Verso il Conclave: Claudio Pollastri, papa Francesco e l’interrogazione
Pollastri ha incontrato diverse volte il papa durante le udienze riservate alla stampa: «L’ultima – dice – è stata poco prima del suo ricovero. Aveva l’imprinting del gesuita per quanto riguarda l’azione organizzativa e l’animo francescano con la gente: era un prete di strada. Non erano semplici parole quelle sulle chiese chiuse che lo rattristavano: a Buenos Aires teneva sempre aperta la cattedrale che la sera diventava un rifugio per i senza tetto». Con i giornalisti parlava di tutto: della nonna Rosa, di calcio, della sua lontana parentela con Omar Sivori: «Scherzava sulla sua somiglianza con Stanlio – prosegue Pollastri – una volta ha iniziato a interrogarci sul catechismo, con le domande che si facevano un tempo ai bambini e a cui tanti non sapevano rispondere. Poi, però, veniva fuori la sua formazione intellettuale ed esponeva concetti fondamentali».