Veronica, da Vimercate agli States «Io, a Los Angeles per fare cinema»

Veronica Radaelli sta cercando fortuna in America. Vuole sfondare nel mondo del cinema come produttrice. «In Italia non si investe sui giovani- dice- bisogna venire, dove esiste la meritocrazia».
Veronica Radaelli
Veronica Radaelli

Se le chiedi di esprimere un desiderio, per il suo futuro, risponde: «Mi sembra già di vivere in un sogno». Perché per chi per lavoro vuole fare film, Hollywood è la meta. Raggiunta, per Veronica Radaelli, quando un paio di anni fa si è trasferita da Vimercate a Los Angeles. Da pochissimo è tornata a LA dall’Idaho, dove ha prodotto una nuova pellicola (un thriller, accanto al regista Zack Adler) e racconta, via skype, il suo sogno americano nella città delle star. Terminati studi e specializzazioni, la giovane vimercatese Veronica Radaelli ha cominciato ad affermarsi nel cinema indipendente: ha realizzato cortometraggi, all’attivo ha anche diversi video musicali («È stato stupendo – dice – lavorare al video di uno dei miei idoli, John Fogerty») e tanti progetti per i prossimi mesi.

Le difficoltà non sono mancate, soprattutto all’inizio. La lingua, prima di tutto, nonostante gli studi e il periodo trascorso in Inghilterra. Ma non solo. «Tutti quelli che vogliono fare cinema vengono a Los Angeles – spiega – e così la competizione è molto alta. Tuttavia, lo so che sembrerà un cliché ma è vero, diversamente dall’Italia qui esiste la meritocrazia. Vedono quanto vali, soprattutto nel cinema indipendente fatto di passione e amore per l’arte». Si arriva, aggiunge, se ci sono quelle che chiama con la parola inglese “skills”, le capacità e l’impegno.

Con rammarico guarda al suo Paese, che ha lasciato per trovare una vera occasione di realizzare il suo obiettivo professionale, ma per cui conserva ancora un’ambizione: «In Italia non vedevo possibilità e purtroppo la situazione è stagnante: nessuno investe sui giovani, sull’arte, sul futuro – aggiunge Veronica Radaelli – il mio sogno sarebbe quello di lavorare a metà tra gli Stati Uniti e l’Italia. Anche se attualmente lo vedo poco realizzabile, perché mi sembra manchi l’interesse per l’arte».

È questo il desiderio che esprime, a domandargliene per il futuro. «Mi sembra già di vivere in un sogno: mi sveglio e non vedo l’ora di lavorare. Lavoro con grandi artisti e grandi attori, e così vorrei continuare a fare bei film. L’ambizione tuttavia è quella di contribuire a un risveglio per il cinema anche in Italia, che valorizzi i giovani e i nuovi talenti». Della grande passione per il cinema, Veronica Radaelli ha approfondito con gli studi universitari e specialistici la parte che riguarda la produzione, facendone la sua professione. Il suo primo corto è stato “Disruption” insieme a un altro italiano, il regista Giulio Podomani.

Il film è arrivato anche in Italia, viaggiando in diversi festival internazionali. La sua ultima fatica è “American romance”, cui ha lavorato in ottobre, di nuovo con il regista Zack Adler e gli attori Daveigh Chase, Nolan Funk, John Savage, James Duval e Mark Boone Junior. Ai giovani che come lei sognano di affermarsi nel mondo del grande schermo, non nasconde le difficoltà di un ambiente «comunque ostile, dove spesso ti senti dire: ma dove vuoi andare». Però, conclude, «l’importante è crederci davvero».