Studente, pendolare con abbonamento ai trasporti formula “tutto compreso”, multato per aver viaggiato in prima classe. È la storia che un ragazzo di 18 anni, Thomas Riva, racconta in una lettera aperta inviata alla redazione e con cui pone interrogativi non secondari per chi si muove con i mezzi pubblici. Per provare a fare in modo che la sua esperienza possa essere un’occasione di miglioramento per la vita degli studenti.
Universitario e pendolare multato sul Malpensa Express: la storia in una lettera aperta, multato sul treno da Cadorna
Classe 2006, vive a Misinto ed è iscritto al primo anno di università al Politecnico di Milano. Non un viaggio agile da affrontare: per raggiungere tutti i giorni Città Studi prende un autobus (Z160 da Misinto a Saronno), poi treno verso Milano Cadorna (o Garibaldi), quindi metropolitana fino a Piola.
«Per essere in regola e contenere le spese ho sottoscritto l’abbonamento annuale STIBM Under 26 MI1–MI7, pagato 534 euro ad agosto ed entrato in vigore da settembre – scrive nella lettera in cui sottolinea anche i sacrifici sostenuti dalla famiglia monoreddito per i suoi studi – mi era stato spiegato che era la soluzione “tutto compreso” (bus+treno+metro) per chi, come me, ha meno di 26 anni».
Tutto compreso, ma non il Malpensa Express. O meglio, non quello in partenza da Cadorna. Lo studente lo ha scoperto suo malgrado il 30 ottobre: una volta sul vagone, gli è stata contestata la sanzione di 32 euro come “supplemento prima classe”. Non sfugge il peso economico dell’abbonamento annuale – il prezzo riferito dal ragazzo è confermato nel tariffario in vigore da settembre 2025 – a fronte della multa presa per quella che è stata definita una comunicazione poco chiara.

Universitario e pendolare multato sul Malpensa Express: «Il controllore ha contestato la prima classe, ma non è indicata con chiarezza»
«Il 30 ottobre 2025, rientrando dall’università a Cadorna, sono salito su un Malpensa Express diretto verso Saronno – continua il racconto – Ero convinto di viaggiare correttamente con il mio abbonamento. Invece, a treno partito, il controllore, affiancato da due addetti alla sicurezza, mi ha contestato il fatto che mi trovassi in prima classe e che lo STIBM non coprisse quella classe. Ho chiesto innanzitutto se potessi spostarmi in seconda, ma mi è stato risposto che su quel treno la seconda classe non esiste e che l’intero convoglio è prima classe. Ho fatto presente che nessuno mi aveva informato che l’intero Malpensa Express fosse considerato di prima classe e che, a bordo, non vi fosse un’indicazione chiara. Il controllore ha sostenuto che sullo schermo di bordo, accanto alla destinazione “Malpensa”, compariva la dicitura T1, la quale – a suo dire, “come riportato sul sito” – indicherebbe la prima classe. Dopo avermelo fatto notare, ho visto anch’io “T1”, che però per chiunque richiama il Terminal 1 dell’aeroporto, non la classe del vagone. Resta quindi il fatto che su quel treno l’informazione sulla prima classe non è esposta in modo semplice e accessibile a tutti. Mettendosi nei panni degli utenti, si capisce come una persona che arriva in stazione, dove sui treni Trenord di norma non vi sono distinzioni di classe, debba trovare un’indicazione esplicita, e non un codice interno come “T1”».

Sul sito del Malpensa Express la questione è affrontata in una risposta a una “domanda frequente” nella sezione biglietti: “Se per cliente Trenord si intende un cliente con un titolo da Milano ad una località intermedia (diversa da Malpensa), lo stesso può viaggiare con titoli: di prima classe e di seconda (ove consentito da orario) sul servizio in partenza da Milano Centrale, di prima classe sul servizio in partenza da Milano Cadorna“. Quella riferita alla classe di viaggio è una risposta per chi avesse dei dubbi sul tipo di biglietto da acquistare, meno scontata da cercare per chi ha un abbonamento. Ma, salvo smentite, T1 dovrebbe proprio fare riferimento al terminal.
Universitario e pendolare multato sul Malpensa Express: «Mi sono sentito preso in giro, in altre regioni gli studenti sono agevolati»
«Non nego che mi sono sentito preso in giro – sottolinea – ho pagato oltre 500 euro di abbonamento proprio per non trovarmi in situazioni del genere, e invece mi sono visto trattare come chi “prova a fare il furbo”, quando non ho mai viaggiato senza titolo. In una carrozza piena, il controllo è ricaduto su me, uno studente di 18 anni, e su una signora anziana: capisco i controlli a campione, ma la sensazione è stata quella di essere facili bersagli».
E quindi, dopo la testimonianza, gli interrogativi conoscendo la situazione di altre regioni: «Questa esperienza ha un significato più ampio del singolo episodio. In Lombardia, per uno studente universitario pendolare, non esistono vere agevolazioni dedicate: si paga la cifra piena o quasi, e se per necessità oraria l’unico treno utile è un Malpensa Express, scatta la trappola del supplemento o della “classe unica”. In altre regioni, invece, gli studenti beneficiano di misure più forti: dalla gratuità degli abbonamenti per i tragitti casa–università alla riduzione del 50% per gli under 27, oppure abbonamenti annuali fortemente scontati con criteri trasparenti. Non entro nei dettagli tecnici – non è questo il punto – ma vi chiedo di mettervi nei nostri panni: al costo dell’università e dei libri si somma il costo degli spostamenti, e un’ambiguità informativa o una regola poco chiara diventano subito una multa che pesa».
Universitario e pendolare multato sul Malpensa Express: i temi da affrontare per migliorare la situazione
Cosa chiede? «Che si apra un confronto pubblico sulla chiarezza delle regole con cartelli ben visibili sulle classi e sulla validità degli abbonamenti; scritte non ambigue; messaggi audio e visivi ridondanti (penso anche alle persone con disabilità uditive: non basta una registrazione audio, servono segnalazioni scritte chiare); Agevolazioni universitarie reali e uniformi, almeno come standard minimi: gratuità o sconti significativi, facilmente accessibili; Allineamento dello STIBM alle esigenze degli studenti: inclusione del Malpensa Express nelle tratte suburbane più frequentate senza supplementi, oppure un supplemento universitario simbolico; Formazione del personale a comunicare prima della partenza ciò che può generare equivoci, specie a chi esibisce un abbonamento».
«Io continuerò a studiare – conclude – a prendere autobus, treni e metro in regola, perché credo nella scuola pubblica e nel merito. Ma desidero che il prezzo della correttezza non sia l’ennesimo balzello per chi sta semplicemente provando a costruirsi un futuro».