Una folla a Seregno per la celebrazione del funerale di Fabio Silva

La funzione di commiato è stata presieduta da don Carlo Silva, fratello maggiore del cofondatore di Banca Etica, scomparso per un malore mercoledì 30 novembre
La bara con le spoglie di Fabio Silva, all’uscita dalla basilica San Giuseppe di Seregno

«Potremmo stare qui ore a parlare dei momenti vissuti insieme. Chiunque arrivasse in casa nostra, aveva una storia da raccontare. Anche nella sofferenza, non hai mai smesso di essere il Fabio Silva di sempre. Siamo orgogliosi del bene che hai saputo creare. Il mondo di oggi avrebbe bisogno di tanti Fabio Silva. Noi cercheremo di fare la nostra parte. Grazie per il bene che ci hai voluto in questi anni». Il messaggio letto dai figli Irene, Nicolò e Chiara è stato il momento più toccante della cerimonia funebre di Fabio Silva, seregnese di nascita, ma residente a Carate Brianza, celebrata sabato 3 dicembre in una basilica San Giuseppe di Seregno gremita all’inverosimile, a tre giorni di distanza dal malore improvviso che, mercoledì 30 novembre, ha spento per sempre il sorriso del cofondatore di Banca Etica, mentre si trovava al parco “2 giugno” alla Porada con la moglie Giuliana. A presiedere la funzione è stato don Carlo Silva, fratello maggiore dello stesso Fabio.

Fabio Silva: l’omelia del fratello don Carlo

Fabio Silva Banca Etica
Uno splendido primo piamo di Fabio Silva

«Ieri mezzogiorno ti aspettavo a casa mia -ha esordito don Carlo nell’omelia, rivolgendosi direttamente al fratello-, come ogni quindici giorni il venerdì. Cominciavamo a discutere e parlavamo della chiesa, dei giovani, della società ed allora ti si illuminavano gli occhi. Erano i tuoi temi. Parlavamo di una società che sta smarrendo la strada, di cosa fare, di come impegnarsi. Alla fine di ogni discussione, mi guardavi con un sorriso sornione, che diceva la bellezza del tuo cuore, e mi chiedevi di andare avanti». Il sacerdote si è quindi concesso una confidenza: «In questi giorni mi sono arrabbiato con il Signore. Gli ho chiesto perché, non riuscivo a pregare, la mia testa era altrove. Poi ho capito che ognuno di noi ha una memoria di Fabio: le sue opere. L’oratorio San Rocco, dove ha fatto l’animatore ed il catechista, il rione di San Salvatore, dove era diventato un idolo, poi la missione in Burundi e quel viaggio che gli ha cambiato la vita e lo ha aperto al volontariato, con la sua famiglia. Ha incontrato i poveri del Vangelo. La sua memoria continua in mezzo a noi». Don Carlo ha poi approfondito: «Per me Fabio era una coscienza che cercava un’altra coscienza, per trovare la forza per vivere la fede. Aveva preso sul serio il suo incontro con Gesù». Infine, c’è stato spazio per una chiosa di stampo personalissimo: «Ciao Fabio. La mia barca sta ancora veleggiando al largo. Quando approderò al pontile, vedi di essere lì ad aspettarmi, con la mamma ed il papà».   

Fabio Silva: tanti i messaggi di saluto

La funzione di commiato è stata presieduta da don Carlo Silva, fratello maggiore del cofondatore di Banca Etica, scomparsa per un malore mercoledì 30 novembre
Fabio Silva in una delle sue tante escursioni in montagna

Tra i tanti messaggi di saluto che sono seguiti alla celebrazione, un rappresentante di Agape Onlus ha sottolineato che Silva «ha dedicato la sua vita al prossimo, senza mai dimenticarsi degli ultimi. Anche se ora ha intrapreso un’altra strada, continuerà ad accompagnare i nostri passi con il suo esempio». La salma è da ultimo proseguita per la cremazione.