Un uomo è morto nella tarda serata di sabato 26 agosto nel carcere di Monza per le conseguenze di inalazione di gas. Era un detenuto di 28 anni, di nazionalità marocchina, imputato per reati di droga. Ne dà notizia il sindacato Sappe, sindacato autonomo della Polizia penitenziaria che torna anche a denunciare al ministro della Giustizia una situazione allarmante nelle carceri italiane.
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“L’uomo è morto nella tarda serata di sabato dopo avere inalato in cella il gas della bomboletta che legittimamente i detenuti posseggono per cucinarsi e riscaldarsi cibi e bevande – scrive il sindacato in una nota – Non è ancora chiaro se si tratta di suicidio o le conseguenze di uno “sballo” finito male, gli accertamenti sono in corso. Polizia penitenziaria di servizio e personale sanitario sono tempestivamente intervenuti ed hanno portato l’uomo in ospedale, ma è purtroppo morto. Certo, la morte del detenuto di Monza riporta drammaticamente d’attualità la grave situazione penitenziaria, specie nel carcere brianzolo dove i poliziotti penitenziari lavorano sotto organico e ricoprendo più posti di servizio contemporaneamente. E il fatto che sia morto inalando il gas dalla bomboletta che tutti i reclusi legittimamente detengono per cucinarsi e riscaldarsi cibi e bevande, come prevede il regolamento penitenziario, deve fare seriamente riflettere sulle modalità di utilizzo e di possesso di questi oggetti nelle celle. Già da tempo, come primo Sindacato della Polizia Penitenziaria, il Sappe ha sollecitato i vertici del DAP per rivedere il regolamento penitenziario, al fine di organizzare diversamente l’uso e il possesso delle bombolette di gas”.
Il sindacato comunica che nei primi sei del 2017 ci sono stati nelle carceri italiane 22 suicidi di detenuti, 567 tentati suicidi, 4.310 atti di autolesionismo, 3.562 colluttazioni e 541 ferimenti.
Un mese fa, a luglio, gli agenti della polizia penitenziaria avevano salvato un detenuto che aveva cercato di impiccarsi in cella.