Oltre 90 milioni in meno di ricavi rispetto al 2019, con un fatturato stimato di 260 milioni, contro i 353 di giro d’affari appunto dell’anno pre Covid. È la previsione di bilancio per il 2022 dei vertici Trenord, protagonisti nella mattinata di giovedì 10 febbraio di un’audizione in commissione Bilancio di Regione Lombardia. Protagonista dell’incontro, l’amministratore delegato di Trenord, Marco Piuri. «Certo che si registra una crescita rispetto al biennio pandemico (155 milioni nel 2020 e 193 nel 2021), però siamo molto preoccupati», hanno dichiarato i vertici della società, anche perché «ad oggi non sono previste risorse governative per la copertura dei mancati ricavi». Anzi, con lo stato di emergenza che dovrebbe terminare il 31 marzo, la preoccupazione «sale perché si teme che salti del tutto il sostegno. Ma gli aiuti al Tpl servono ancora», ha commentato all’agenzia ’Dire’ il presidente di commissione Giulio Gallera: infatti «la gente non tornerà ad affollare i treni, chi per paura, chi per smart working».
Numeri alla mano, spiega ancora Gallera, «se sono stati 124 i milioni in ristori nel 2020, nel 2021 la stima di perdita è di 130 milioni». Il governo per ora immagina di coprire fino a 60 milioni, risulta a Trenord, «perciò resta un rosso di 70 milioni, che impensierisce l’azienda se lo si somma poi al mancato ricavo da vendita di biglietti e abbonamenti: un calo significativo, «dal 45% nel pieno della pandemia al 26% nel 2021». Senza contare il peso dell’evasione, stimato tra l’8 e il 12%, che «fa milioni di euro» e che fa anche il paio col «calo di passeggeri: per l’anno corrente ne sono previsti 604mila, cioè più di 200mila in meno rispetto ai livelli pre-pandemia, quando erano 820mila (anno 2019)».
La scommessa di Trenord è che i nuovi treni, di cui «stiamo già prevedendo un efficientamento», aiutino a risparmiare un po’ almeno sul fronte della manutenzione, grazie soprattutto ai materiali impiegati, alla tecnologia dei mezzi e all’omogeneità delle flotte. Obiettivo per il 2022, annunciano infine, «è il rinnovo del contratto di servizio con Regione Lombardia per altri dieci anni».
Dal canto della Regione, Gallera non può che confermare «il quadro preoccupant», allo stesso tempo però evidenzia come «la situazione rappresentata dall’ad Marco Piuri dimostri la lungimiranza delle politiche del Pirellone quanto ad ammodernamento delle flotte. Infatti, sono i numeri di Trenord, sono già arrivati 33 nuovi treni Caravaggio e 10 Donizetti e nel 2022 ne arriveranno altri 39, su un totale di 220 previsti e miglioramento dei servizi, a partire dalla puntualità, che sarebbe in crescita». Detto ciò, chiosa l’ex assessore al welfare, «è chiaro che l’interlocutore di Trenord siamo noi e non Roma quindi sta a noi ottenere dal governo il necessario sostegno al Tpl».
«Senza gli aiuti e i ristori garantiti da Giuseppe Conte- è l’affondo dei consiglieri M5S Marco Fumagalli e Simone Verni -. Trenord non avrebbe potuto chiudere I bilanci relativi alle annualità ’20 e ’21. È indicativo che a salvare l’azienda scelta da Regione Lombardia siano stati necessari i ristori del governo Conte, mentre è sconcertante come l’azienda dichiari candidamente di non sapere in che modo potrà chiudere il bilancio relativo al 2022, qualora a marzo terminasse lo stato di emergenza e il governo chiudesse i rubinetti. Alla faccia dell’efficienza lombarda e con buona pace del mito dell’eccellenza. Chissà se Regione Lombardia interverrà o lascerà la situazione allo sbando».
Sarebbero poi «imbarazzanti i dati relativi alla puntualità dei treni- incalzano i due pentastellati -. Trenord ha vantato un incremento del +4% relativo alla puntualità dei suoi convogli rispetto al 2019. Peccato che nel 2021 abbia viaggiato sulla rete circa la metà dei treni. Trenord, invece di perdere tempo nel querelare i pendolari o inviargli imbarazzanti mail auto assolutorie- concludono i due consiglieri d’opposizione- si concentri nell’incrementare gli investimenti sulla manutenzione del materiale rotabile».